LETTERA AI LAVORATORI METALMECCANICI DI GENOVA

Cari lavoratori metalmeccanici di Genova,

i poliziotti che fungevano da cuscinetto tra voi e il palazzo della Prefettura si sono tolti il casco per allentare la tensione che stava raggiungendo limiti pericolosi. Voi avete applaudito ritenendo quel gesto un attestato di solidarietà nei vostri confronti. Avete applaudito, commossi: le forze dell’ordine sono dalla nostra parte, avrà pensato ognuno di voi.

Chissà se solo uno di voi avrà pensato di mostrare solidarietà con i colleghi metalmeccanici dell’ex-Ilva di Taranto, costretti ad operare in condizione di schiavitù in ambienti fatiscenti, pericolosi, altamente inquinanti, già dichiarati fuori legge dal 2012. Chissà se anche solo uno tra voi avrà pensato, anche una sola volta ai tarantini, alla loro dignità calpestata in una Repubblica che riconosce a tutti i suoi cittadini pari dignità; chissà se anche uno solo di voi avrà pensato ai nostri figli, ai più piccoli che in gran numero occupano le stanze del vostro Gaslini, oltre ad occupare stanze in tutti gli ospedali oncologici italiani. E chissà chi, tra di voi, si sarà macchiato dell’infame gesto di strappare il manifesto che facemmo affiggere nella vostra città, nel 2016. “ANCHE I BAMBINI DI TARANTO VOGLIONO VIVERE”, recitava quel manifesto di sei metri per tre.

Certo, sarete sempre pronti a scioperare, quando a Taranto si paventerà la chiusura della produzione a caldo, perché questo suonerà come un campanello d’allarme per la vostra occupazione. Cosa vi importa se il vostro lavoro dipende dalla mancato riconoscimento del diritto alla salute ai tarantini? Questa, cari lavoratori metalmeccanici di Genova, è la grande colpa, la più grande offesa che anche i sindacati continuano a fare alla Costituzione italiana. Sappiate, però, che chi offende la Costituzione, a tutti i livelli, chi non ne difende i dettami non è degno di essere chiamato “italiano”.

L’area a caldo di Genova fu chiusa perché incompatibile con la salute e la vita di cittadini e lavoratori, nociva per voi e per i vostri figli. Venne spostata a Taranto perché anche per voi i tarantini potevano morire. Questo è.

Per noi, invece, il diritto alla salute, unico indicato come fondamentale, deve essere tutelato su tutto il territorio nazionale. Sempre, senza farne una questione meramente territoriale. Sempre, perché quel “mors tua vita mea” di latina memoria non può trovare cittadinanza in una repubblica democratica.

Ai nostri bambini dovrebbe essere consentito di vivere, crescere ed avere un futuro; ma dei bambini di Taranto pare nessuno voglia preoccuparsi, compresi voi, comprese le ‘eroiche’ mamme di Cornigliano, quelle che, stanche di vedere i piatti sporcati dalla polvere di ferro, cominciarono a protestare.

Cari lavoratori metalmeccanici di Genova, noi pretendiamo che il Governo italiano tuteli l’unico diritto fondamentale della nostra Costituzione su tutto il territorio nazionale. Voi?

Associazione Genitori tarantini – Ets