Emergenza ex Ilva: marcia al minimo e gestione ai tecnici senza la mediazione dei commissari

Dopo il caso di contagio accertato in questi giorni, riguardante un lavoratore dell’acciaieria ex Ilva, non si può più perdere altro tempo.  Il governo, in prossimità della scadenza del 3 aprile, emani un provvedimento con urgenza per assicurare le condizioni di assoluta sicurezza dei lavoratori stabilendo la marcia minima degli impianti, che richiederà in ogni caso non meno di 15 giorni dall’avvio delle procedure.  Va decisa una fermata generale dello stabilimento, demandando a coloro che realmente hanno operato in queste settimane, l’esecuzione delle attività, con pieni poteri, evitando figure intermedie, i commissari, che allo stato, oltre a non aver garantito in queste difficili settimane alcuna presenza in stabilimento nonché capacità decisionale, non hanno fornito alcun piano di fermata in emergenza teso alla salvaguardia degli impianti in questione (pur essendosi dotati di una vasta gamma di consulenti). Alla fine potrebbero interferire impropriamente, sul piano decisionale, non essendo a conoscenza dei fatti e non essendo figure professionali competenti in materia di ingegneria dei processi e rischi industriali connessi all’uso di sostanze pericolose, con chi realmente sta giornalmente assumendo  decisioni. La gestione dello stabilimento sia affidata esclusivamente ai tecnici, con la necessaria sorveglianza degli enti sanitari, nonché del custode giudiziario, l’Ing. Barbara Valenzano che, pur avendo soltanto compiti di vigilanza per conto dell’Autorità Giudiziaria, ha finora diligentemente assistito il gestore nella individuazione di un nuovo assetto produttivo. Un assetto  che ha comunque visto una riduzione della marcia degli impianti (messa a riscaldo dell’altoforno 2, sospensione attività dell’Acciaieria 1 e fermata della relativa linea di agglomerazione).

On.le Gianfranco Chiarelli

Vice segretario Regionale

Lega Puglia

Taranto, 30 marzo 2020