Chi ha vinto e chi ha perso in queste elezioni? Per capirlo non si può prescindere dall’analizzare la tendenza delle ultime consultazioni, nonostante paragonare elezioni di diverso carattere (considerando anche la continua mutazione dei partiti, degli schieramenti e i continui cambi di casacca) non sia un’analisi precisissima. Ma alcuni punti fermi sono facilmente evidenziabili. Emiliano e il centrosinistra. Emiliano e il centrosinistra hanno vinto anche a Crispiano. E questo è il dato più certo. Il nuovo Presidente della Regione da noi è andato oltre il 38% dei consensi, incrementando anche il numero dei voti del centrosinistra rispetto alle europee e alle politiche. I voti di Emiliano (oltre 2000) superano anche quelli di Schittulli e della Poli Bortone messi insieme. Eppure da noi non c’è stato lo stesso dispiegamento di forze del centrodestra (non c’erano squadroni a supporto). Ma evidentemente la proposta del centrosinistra è quella che ha convinto di più gli elettori crispianesi. Allora buon lavoro Presidente Emiliano. Non ci deluda. Legalità. Invece il primo partito sconfitto dalle elezioni è stato il partito della legalità. In queste elezioni infatti la compravendita dei voti è stata notevole. Ci sono molte testimonianze di cene, panzerottate, e di buste della spesa consegnate a casa (molte non richieste… a gente che magari sta vivendo un periodo difficile… una vera umiliazione per chi le ha ricevute). E si parla anche di tanto e tanto altro dispensato in giro… E il partito della legalità dov’era in questi giorni? Queste cose non le ha viste? Ha i prosciutti sugli occhi oppure ha fatto finta di niente? Magari perché “il fine giustifica i mezzi”? Oppure lì il voto di scambio non viene considerata una cosa così grave? O si parla di legalità senza conoscerne esattamente il significato? Perrini. Perrini sicuramente ha vinto. Era evidente che si era prefissato da anni di andare alla Regione e tutte le sue mosse politiche (e non) degli ultimi anni erano finalizzate a questa elezione. C’è da dire che ci è arrivato per il rotto della cuffia (fino a lunedì pomeriggio l’esito era incerto), perché la coalizione Schittulli a Taranto ha preso meno voti di quella capeggiata dalla Poli Bortone (strano vero? Proprio qui che abbiamo i “più intimi” collaboratori di Fitto). E ha avuto il seggio solo per il complesso meccanismo dei quozienti previsto dall’attuale legge elettorale. Naturalmente facciamo gli auguri a Perrini, ricordandogli però che la vecchia scusa usata da altri in altri tempi (“io non posso fare niente perché sto all’opposizione”) questa volta non avrà alcun valore. Lo squadrone crispianese a supporto di Perrini. A lavorare per Perrini c’era il grosso dell’Amministrazione comunale, sindaco compreso. Eppure il risultato non è stato esaltante. Solo 1.400 voti raccolti a Crispiano sono pochini, se si considera che alle comunali questo squadrone ne ha presi oltre 4.800. E anche in termini di percentuale (25,52% i voti a Perrini) il risultato è deludente. O lo squadrone non tira più o è Perrini che non convince più di tanto. Certo poi, vedere un sindaco e gran parte dell’Amministrazione fare “i ragazzi della bottega” del vero leader della maggioranza, è stato significativo (ma lasciamo agli elettori ogni considerazione in merito). Comunque i numeri dicono che hanno perso. Il sindaco. La figura più triste di queste elezioni è quella di Ippolito, che dovrebbe essere il sindaco di tutti e invece si è messo a servizio di una sola parte, trascurando probabilmente anche l’impegno istituzionale (tant’è che ha convocato le associazioni per l’estate crispianese il 5 giugno, solo dopo aver terminato il suo impegno elettorale). Lo stesso sindaco che accusa altri di aver cambiato casacca, dimenticando che qualche giubbino l’ha sostituito anche lui (Udc, Forza Italia, Oltre… solo per citare le sue ultime passioni politiche). Il sindaco che sui palchi continua a parlare in maniera sguaiata e a fare ridicole minacce come un bulletto qualunque (lui dice di parlare con la pancia, ma probabilmente entrano in gioco anche altri organi). Forza Italia. Parte dell’attuale gruppo di Forza Italia in questi anni ha avuto un percorso politico tortuoso. Erano già di Forza Italia, ma nella prima diaspora passarono con l’NCD. La sera dell’inaugurazione, la sede degli “alfaniani” venne prospettata come la fucina della nuova politica di centrodestra a Crispiano (avrebbero creato anche un patronato e una squadra di pallavolo). Ma dopo qualche mese nella loro bacheca c’era solo il cartello “Affittasi”. E appena c’è stata la fuga dei “perriniani” verso il movimento di Fitto, hanno cambiato di nuovo bandiera, diventando i nuovi referenti cittadini di Forza Italia. Evidentemente per andare contro Perrini. Però il loro Caroli non ha preso molti voti (59), e in tutto Forza Italia ha avuto solo il 6,52% dei consensi (rispetto al 24% delle europee e al 30% delle politiche). Risultato scarsino e, considerando che tutto l’entourage auspicava palesemente una bocciatura del “leader maximo”, si può parlare sicuramente di una sconfitta. Fratelli d’Italia. In queste elezioni l’altro partito “ribelle” si è parecchio defilato. E si è visto dal risultato che la lista (che stava con Schittulli, e quindi con Perrini) ha ottenuto: Fratelli d’Italia è infatti scesa dal 6,8% (325 voti) delle europee, a poco più dell’1% (59 voti). Pare che la maggior parte del gruppo abbia votato per i 5 Stelle. Cos’era? Un messaggio alla maggioranza? Un messaggio a Perrini? Il partito della Meloni si sta sfaldando? O vi è in atto qualche transumanza verso altri lidi di centrodestra? I 5 Stelle. Il partito di Grillo e Casaleggio può essere annoverato tra i vincitori. Ha infatti incrementato i voti delle europee; anche se la flessione rispetto la boom delle politiche è ancora netta, visto che i voti del 2013 si sono quasi dimezzati. Il candidato crispianese però non è stato capace di intercettare tutti i voti del movimento (quasi 1.300), prendendo 775 voti che, comunque, sono un ottimo risultato. Questo conferma la tendenza degli elettori che, un po’ ovunque, premiano molto più il movimento rispetto ai candidati locali (infatti finora i grillini hanno vinto pochissime elezioni amministrative). Pd. Il Partito Democratico ha perso consensi rispetto alle ultime consultazioni. Ma ciò era fisiologico, considerando il fatto che un pezzo del partito ha scelto di far confluire i voti su Franco Laddomada. Comunque, Pentassuglia, che era sostenuto dal grosso del Pd locale, pur non essendo crispianese, ha ottenuto un risultato di tutto rispetto (496 voti). Luccarelli. Franco Luccarelli ha ammesso pubblicamente di aver avuto un consenso un po’ più basso rispetto alle aspettative, anche se da parte sua non era mai emersa alcuna particolare velleità. Gli altri. Le altre piccole formazioni hanno avuto piccolissimi risultati. Anche i Verdi, che pure hanno in paese qualche attivista, hanno dimezzato il consenso delle europee attestandosi sui 40 voti. Gli altri poi sono irrilevanti. Da evidenziare invece il piccolo successo di Salvini che annovera nella nostra terra ben 60 elettori. Contenti loro… Laddomada. Franco Laddomada ha sicuramente perso, prendendo a Crispiano solo 689 voti e, considerando che era un consigliere uscente e che il suo candidato presidente ha vinto le elezioni, il risultato è deludente. A Laddomada, comunque, dovrebbe andare un grazie per l’impegno profuso in questi anni, da tutta la comunità. L’ex consigliere in Regione ha lavorato molto per il suo paese, dandogli tutto il sostegno possibile, senza fare alcuna considerazione sui colori politici (e questo lo possono confermare anche gli enti e le associazioni locali). Più volte Laddomada ha sollecitato l’attuale Amministrazione crispianese a sfruttare le opportunità che la Regione dava, senza avere alcun riscontro; e se non hanno saputo “sfruttare” un consigliere che a Bari era in maggioranza, figuriamoci che cosa faranno con uno che starà all’opposizione. Democrazia. Quando la partecipazione è scarsa, a perdere è soprattutto la democrazia. Ci siamo assestati sull’affluenza bassissima delle europee, cioè hanno votato solo la metà degli aventi diritti. Questo dovrebbe far riflettere tutti: partiti e movimenti, vecchi e nuovi.
Fonte: Coalizione Paese Futuro