Si chiude la prima fase con la restituzione del quadro conoscitivo del territorio comunale
Si è chiusa la prima fase dei lavori del PUMS, il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, per la cui costruzione il Comune di Crispiano è impegnato dal mese di giugno 2022.
In questo primo step il gruppo di lavoro, coordinato dall’architetta progettista Loredana Modugno, ha predisposto la restituzione del quadro conoscitivo del territorio comunale, che rappresenta lo stato di fatto dell’area interessata alla redazione del Piano, con la partecipazione dei cittadini anche riuniti in associazioni. Per concludere questa fase è stato necessario acquisire tutte le informazioni utili per caratterizzare il territorio e individuarne le criticità.
Il percorso di progettazione del PUMS proseguirà con la promozione di “tavoli tecnici” sui temi della sosta, della viabilità lenta, dell’accessibilità, in occasione dei quali raccogliere suggerimenti e stimoli. L’obiettivo da raggiungere è la definizione di un modello di mobilità urbana ed extraurbana sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico, che nasce dalla condivisione e capitalizzazione delle esperienze e delle competenze diffuse nella comunità. Al termine della fase partecipativa, infine, si procederà alla definizione del Piano a una serie di passaggi endoprocedimentali, come la Valutazione Ambientale Strategica, e alla successiva adozione dello stesso in Giunta. Dopo il deposito in segreteria, con la pubblicazione in albo pretorio telematico, si aprirà la fase di raccolta delle osservazioni e, solo successivamente, l’approvazione in Consiglio Comunale.
«Con il PUMS intendiamo costruire “dal basso” lo strumento di pianificazione strategica che integra i progetti e i piani del territorio, in corso di realizzazione o in fase di progettazione, per delineare una visione di sistema della mobilità e perseguire obiettivi di sostenibilità ambientale, economica e sociale» dichiara Michele Palmisano, assessore all’urbanistica e lavori pubblici del Comune di Crispiano, che aggiunge: «Il PUMS strutturerà la connessione fisica tra le emergenze storico-culturali-paesaggistiche presenti nel nostro territorio come masserie, tratturi e gravine, coerentemente con il quadro interpretativo dello strumento urbanistico in via di definizione e con i numerosi progetti in corso, come la nuova stazione FSE, il parco della Torre Cacace, l’impianto sportivo di tiro con l’arco. Immaginiamo un modello di mobilità centrato sui bisogni del cittadino-pedone che disincentiva, in modo graduale e progressivo, l’uso dell’auto a vantaggio dei mezzi a basso impatto ambientale, considerando adeguatamente le dinamiche socio-culturali in atto e le relative trasformazioni demografiche della comunità. Abbiamo bisogno di ridurre drasticamente le emissioni di anidride carbonica. Chi contribuisce maggiormente all’incremento dell’inquinamento atmosferico sono le città. È chiaro che l’impatto di una città come Tokyo non è lo stesso di un paese come Crispiano, ma in termini relativi è la stessa identica cosa».
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Il PUMS è uno strumento di pianificazione strategica attraverso il quale è possibile sviluppare una visione armonica di sistema della mobilità urbana in un orizzonte temporale di medio-lungo periodo, di circa 10 anni. Il Piano propone il conseguimento di obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, attraverso la definizione di azioni orientate a migliorare l’efficacia e l’efficienza del sistema della mobilità e la sua integrazione con l’assetto e gli sviluppi urbanistici e territoriali. La finalità generale del PUMS è migliorare la qualità della vita delle persone incentivando la mobilità lenta e a basso impatto ambientale, mediante un insieme coordinato di azioni e progetti che supporti la diffusione dell’uso di mezzi elettrici, favorisca gli spostamenti a piedi o in bicicletta e incida efficacemente sulle abitudini e gli usi della società. Inoltre, gli effetti delle politiche di mobilità urbana non si limitano alle mere questioni ambientali e climatiche. La progettazione del PUMS ha un impatto anche sulla fragilità dei cittadini che, per svariati motivi, possono incontrare barriere in un sistema di mobilità auto-centrico, immaginando la realizzazione di soluzioni che abbattano ogni barriera architettonica e che assolvano alla domanda di accessibilità agli spazi pubblici, e a uso pubblico, generando quella sufficiente autonomia per restituire, o rafforzare, la percezione di libertà di movimento per tutti i cittadini.