Legalità e trasparenza. Queste sono tra le parole più usate in questa campagna elettorale. Usate o abusate. Perché in certi contesti questi termini stonano un pochettino. Ieri sera, per esempio, la lista “civica” di centro-destra ha ripresentato il suo candidato Egidio Ippolito che parlava ancora una volta di legalità e trasparenza, in una splendida cornice composta da gente come Lino Nessa e Raffaele Fitto. Certo, ora va di moda dire che si è “garantisti” (ma solo con i propri amici; gli altri invece “rubano” a prescindere, anche senza averne le prove, anche solo per sentito dire). Ma ogni tanto le parole devono essere riempite di significato. E se sicuramente fino al terzo grado di giudizio sono tutti innocenti, non sarebbe male ricordare che, a proposito di legalità e trasparenza, il senatore Lino Nessa è stato rinviato a giudizio per concussione (nel 2005 scampò all’arresto nella sua città solo perché parlamentare e dunque intoccabile). Raffaele Fitto invece è stato condannato in primo grado a 4 anni di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, perché è stato riconosciuto colpevole di corruzione, illecito finanziamento ai partiti e abuso d’ufficio. Certo poi, oltre che garantisti siamo anche tutti democratici. E perciò diamo a ciascuno la piena libertà di decidere il senso da dare alle parole, ma soprattutto di scegliersi i propri riferimenti politici, anche in tema di legalità e trasparenza.
Fonte: Comitato “Il Futuro è di tutti”