notizie : CRISPIANO: Cin Cin, la Volpe e il Palazzo Comunale

Un’antica leggenda narra di un Re, che insieme ai suoi sudditi nel suo favoloso castello, allegramente festeggiava cibandosi e brindando con pregiato spumante. Una Volpe, molto attenta, ascoltava le allegre voci che giungevano dal Palazzo Reale e approfittò delle tenebre, per entrare nel pollaio, dissanguando i malcapitati polli facendo cin-cin a suo modo.
Volendo emulare quest’antica novella, il 31 Dicembre u.s. nel nostro bene amato “Palazzo Comunale” si alzavano calici ricolmi di una genuina vergogna. Moltissime famiglie Crispianesi invece, erano intenti a trastullarsi con i conti in rosso e l’imperante crisi che per l’intero anno amaramente trascorso, aveva donato molte preoccupazioni. Dopo anni di sacrifici, ancora una volta, diversi genitori si ritrovavano con i figli Laureati e disoccupati.
Intanto nel “Palazzo Comunale” il 31 dicembre 2012, una candida Giunta al completo, costatava l’inesistenza di un Assessorato alla cultura e si occupava di cultura. Approfittando del trambusto di fine anno, la stessa Giunta auspicava un prospero anno nuovo e brindava all’ennesima “Convenzione per la gestione cultura” a favore di una “Volpe” già in pensione. Si presume che la volpe in questione, per tutto il 2013, dovrebbe dissanguare dei loro diritti i giovani Crispianesi Laureati e disoccupati, che pur di trovar lavoro andrebbero a vendere panini davanti alle porte ILVA. In quella memorabile data, sette personaggi in cerca di autore e di gloria, tentarono di interpretare non una sceneggiata, com’era uso fare, ma elusero anche quanto diceva lo scrittore russo Anton Cechov: “ una brava persona si vergogna anche davanti al suo cane”. Purtroppo c’è chi non si vergogna davanti ad un intero paese. Il 31 dicembre 2012 invece, nel “ Palazzo Comunale” quei sette magnifici personaggi, imitò con successo il drammaturgo di tutti i tempi W. Shakespeare, recitando a turno e in alta voce, un brano dell’Amleto, atto III scena IV: < O Vergogna dov’è il tuo rossore>.
Nella labirintica selva dei numeri che compongono il Conto Consuntivo 2011 del Comune di Crispiano, risalta la somma di ventisettemila923 euro per pubblicazioni, giornali e riviste e, per fare felici i contribuenti Crispianesi, a quella cifra occorre aggiungere settemila200 Euro più gli oneri Irpef e Inps che servono per la Convenzione omaggiata, sfiorando la cifra di diecimila euro.
Quella Convenzione di sicuro toglie la possibilità di lavoro a Laureati altamente professionali e competenti. Per un mero destino creato da amministratori, forse accomodanti, si riesce a facilitare la fuga da Crispiano di quei giovani talenti, che tentano di realizzarsi lontano dal proprio Paese. Ci scusiamo con i nostri affezionati lettori, che in quest’articolo non siamo in grado di riferire quello che pensano i tanti giovani Laureati, lasciamo ai lettori di interpretare la loro opinione.
Attraverso il FAI (Fondo Ambiente Italiano) abbiamo svolto un’indagine per come mettere in risalto i siti storici e culturali della nostra Crispiano, e si è determinato che per restaurare i preziosi affreschi della Cripta Santa Maria dell’Odegitria in zona Castello, basterebbero circa diecimila euro, somma pari a quella che ai contribuenti Crispianesi costerà la Convenzione regalata. Gli affreschi restaurati creerebbero un flusso turistico non indifferente, poiché la Madonna Santa Maria di Crispiano rappresentata nella Cripta, fa parte di solo tre esemplari esistenti in tutto il mondo.
Noi vorremmo scongiurare che quanto è avvenuto il 31 dicembre 2012, sia stato un mero” DO UT DEUS”, o peggio ancora, sia stata una rappresentazione Gattopardiana Crispianese, che per cambiare tutto, occorre non cambiare nulla. Se così fosse, a mala voglia, dovremmo scomodare il Sommo Poeta per far entrare quei magnifici sette personaggi più una volpe, nella V Bolgia dell’VIII Cerchio dell’Inferno dove si trovano i Barattieri che, come dice Dante: “ sono colpevoli di aver usato le loro cariche pubbliche per arricchirsi, attraverso la compravendita di provvedimenti, permessi e privilegi”. Siamo convinti che i nostri affezionati lettori conoscano i versi del XXI canto dell’Inferno, e non hanno bisogno dei nostri suggerimenti, ma quello che ci rattrista è che certa gente riesce spavaldamente a dire: che lo fanno per il bene del paese.
Molti Crispianesi, conoscono gli ammonimenti dell’Evangelista Luca in 16,8 sopra citato e, osservano quei magnifici sette, che senza vergogna usano la scaltrezza per ingannare i cittadini. Con disinvoltura, sono capaci di agire non solo nelle tenebre, ma in piena allegoria di un qualsiasi 31 Dicembre, permettono anche alle volpi di fare Cin-Cin.
Francesco Santoro

Fonte: Francesco Santoro