I deputati della Commissione Difesa il 29 novembre hanno battuto ogni record. In soli 75 minuti hanno approvato il disegno di legge delega di revisione delle Forze Armate. Hanno preso il testo uscito dal Senato e in quattro e quattr’otto lo hanno passato all’Aula di Montecitorio che lo ha già iscritto all’ordine del giorno della prossima settimana. In totale gli hanno dedicato 6 sedute, 8 ore e 40 minuti. In pratica una sola giornata di lavoro per fare quella riforma delle FFAA che non hanno fatto negli ultimi 20 anni.
Ma si può trattare in questo modo una riforma così importante? Ditemi voi. Si può omettere di fare quel lavoro di analisi di una materia così delicata che è compito primario di ogni parlamentare? Avete mai visto i parlamentari precipitarsi in questo modo dinanzi al dramma della povertà, della disoccupazione, dell’esclusione sociale, della corruzione o delle mafie? No. Queste cose si fanno solo per gli F35 e per la potente lobby del complesso militare-industriale.
Resta una domanda: perché tutta questa fretta? Perché l’ammiraglio Di Paola pretende di scrivere anche i decreti attuativi della riforma pur essendo alla fine della legislatura. In altre parole i militari pretendono di decidere da soli come riorganizzare le forze armate, temono il risultato delle prossime elezioni e il Parlamento si fa da parte. Non so voi, ma io lo considero uno scandalo insopportabile. A nulla sono valsi gli inviti a precisare e migliorare il testo della delega. A nulla sono valsi i nostri appelli al buon senso e le nostre osservazioni puntuali. Ditemi voi: cosa dobbiamo pensare? In commissione difesa c’è stata solo l’opposizione dell’Italia dei Valori. Cosa succederà in aula? Tutti d’accordo?
A questo punto una sola cosa ci resta da fare. Denunciare quello che sta succedendo e accrescere la pressione su tutti i deputati che la prossima settimana si dovranno pronunciare, uno dopo l’altro. Vai sul sito della Camera dei deputati e invia il tuo appello. www.perlapace.it.
Flavio Lotti
Coordinatore nazionale della Tavola della pace
Fonte: Trisciuzzi Vito – Presidente Comitato ARCI Valle d