Il primo Sindaco di Crispiano Pasquale Mancini nella sua relazione dopo l’avvenuta Autonomia del Comune,faceva riferimento alla millenaria esistenza del paese. I resoconti storici ne danno conferma ancora oggi, che menzionano gli avvenimenti del XII secolo, quando i contadini meridionali aiutarono i Monaci Basiliani sfuggiti alle persecuzioni; gli stessi Monaci ricambiarono aiutando gli stessi contadini nelle innovazioni e nello sviluppo dell’agricoltura. I Basiliani crearono molti Cenobi, dedicandosi alla pittura degli affreschi e delle icone. In seguito, le vicende storiche allontanarono i Basiliani dalle loro dimore e i conquistatori dell’epoca dei territori Salentini – i Normanni- conservarono la cultura dei “Vinti”. Il centro storico di Crispiano conserva questa breve sintesi di storia e di cultura; è proprio nella Cripta di Santa Maria di Crispiano presso il Vallone Lezzitello dove si possono rintracciare le orme lasciate dai Basiliani.Una raffigurazione attenta del nostro territorio ci porterebbe a ripercorrere gli “ OTTO VOLTE CENTO” anni trascorsi da quell’epoca, giungendo al 14 Novembre 1919 quando il Re Vittorio Emanuele III con Decreto n° 2430 concesse l’Autonomia del Comune della nostra Crispiano. Pasquale Mancini nel suo primo discorso affermava: “ … Crispiano sente il bisogno e una necessità di favorire l’istruzione e il benessere di ogni cittadino”, …”nessuna illusione di favoritismi, esortiamo tutti i cittadini a essere custodi delle loro tradizioni senza dimenticare il passato che ci potrà far giungere a un futuro migliore”. Il 14 Novembre p.v. si celebra il 93° Anniversario dell’Autonomia del Comune; pensiamo che molti Crispianesi, orgogliosi delle proprie origini, vorrebbero il paese dotato di una identificazione maggiore, specialmente nella convulsa globalizzazione. Noi siamo convinti che molti Crispianesi hanno le carte in regola per una identificazione storica del proprio paese da presentare al “ Mondo Globalizzato”. Tutto questo è possibile che avvenga anche attraverso la conservazione della cultura di quei “vinti”, che depositarono la loro cultura nelle nostre grotte del Vallone. Una cultura che servirà come investimento del nostro tempo, nella cura del patrimonio lasciato dal passato, un cultura nel sapere, per creare persone, un popolo, una civiltà; per creare dei desideri, delle attenzioni per quei valori intramontabili, per domandarci chi siamo e che cultura possediamo per programmare uno stile di vita. Si fa appello a tutti i Crispianesi, favorevoli a conservare un’identità storica della nostra Crispiano, che serva a far riscoprire i suoi valori migliori, attraverso le orme lasciateci da quei “Vinti” che ci permetteranno nel futuro di essere “Vincitori”. Il degrado in cui versano gli affreschi ereditati dai Basiliani nella Cripta di Santa Maria di Crispiano sembrano essere arrivati ad un punto di non ritorno per cui fra qualche anno sarà impossibile recuperarli. Se i vari responsabili risulterebbero orbi, bisognerebbe aiutarli a vedere bene soprattutto se protagonisti delle agenzie istituzionali: Sovrintendenza dei Beni Culturali; Amministrazione locale. Noi facciamo appello ai tanti giovani “ orfani di Steve Jobbs”, che con la loro rete di comunicazione possano mettere in atto un tam-tam assordante da far sentire i vari sordi divenuti tali solo per convenienza e far vedere ai ciechi, divenuti tali solo per tornaconto. Se a Crispiano si annovera l’assenza di un Assessore alla Cultura siamo certi che i giovani coinvolgeranno -se sarà possibile- anche il FAI, per far conservare gli affreschi della Cripta Santa Maria di Crispiano,affinché siano“ il luogo del Cuore” di tutti i Crispianesi, ed anche, il luogo del cuore di tutti i cittadini globalizzai. Quei tesori, dono prezioso dei nostri antenati Monaci Basiliani, pensiamo che siano patrimonio mondiale. Ci auguriamo che il 14 Novembre 2012, 93° Anniversario dell’Autonomia del Comune di Crispiano, possa diventare una data storica per restaurare gli stupendi affreschi e per giungere agli “Otto Volte Cento” nel 2019, quando il nostro paese compirà cento anni.
Fonte: Francesco Santoro