Interminabili distese di ulivi secolari intorno a Pietrafrisca, piccolo paese del Sud. Bianco ma ingiallito dal tempo, come una fotografia. Con certe casette coperte da tegole, quasi un quadro naif. Un luogo immaginario, allegoria del paesino meridionale, un po’ paese siciliano di Giuseppe Tornatore in “L’uomo delle stelle”, un po’ ricordo degli spaghetti western.
In realtà siamo a Crispiano, anzi, in una delle cento masserie della farm valley pugliese, che per il film “Ci vediamo domani” si è trasformata in un set cinematografico. La masseria Lupoli è così diventata un paese, Pietrafrisca, appunto, dove si svolge la nuova vita di Marcello Santilli, interpretato da Enrico Brignano. “Un paese sospeso nel tempo – il produttore Giuseppe Pedersoli spiega la scelta del posto – una comunità ideale, non legata a fini utilitaristici e alla smania di fare soldi, lontana dalla sfrenata competizione che caratterizza le società odierne. Tutti si aiutano e stanno col sorriso”. Ieri, l’ultimo giorno di riprese nella masseria.
“Abbiamo voluto rappresentare – dice ancora Pedersoli – non un Sud degradato, ma il Sud che custodisce valori e sentimenti come l’amicizia e l’accoglienza. Un Sud che dà la possibilità di rivalutare la semplicità di vita. Ci interessa la tradizione del territorio, non la sua immagine turistica. Dopo una ricerca nelle varie regioni meridionali, questo è sembrato il posto più idoneo e vicino al messaggio che il film voleva dare. Sono state determinanti non solo le caratteristiche architettoniche e ambientali – un aspetto fondamentale è stato il sonoro in presa diretta -, ma anche la presenza di un importante museo che ci ha permesso di ricostruire più facilmente le scenografie”. È stato il location manager Leo Angelini a segnalarlo, e l’Apulia film commission ha dato il suo supporto.
Il museo della civiltà contadina, all’interno della masseria Lupoli, ha contribuito alla ricostruzione delle abitudini di vita contadine quasi totalmente perse, ha dato la possibilità di riutilizzare gli oggetti usati per i lavori nei campi in uso fino agli anni ’60, quando è iniziato l’esodo dalle campagne verso la nuova industria di Taranto. La torre medievale, la casa padronale, la cappella del 1600, il vecchio ovile, i cortili, la cucina e le stanze da letto con i loro arredamenti, tutto è diventato set. Un ruolo è stato riservato anche al padrone di casa Luigi Perrone che si è cimentato nei panni del parroco del paese: “abbiamo vissuto con entusiasmo questa esperienza e speriamo che il film possa mettere in luce il patrimonio del nostro territorio”. Nel cast – la regia è di Andrea Zaccariello, la scenografia di Marta Maffucci – , Ricky Tognazzi, Francesca Inaudi, Giorgia Wurth e Burt Young. Il film, girato anche a Cisternino, Fasano, Martina Franca, Torre Canne e nella chiesa di Nostra Signora di Fatima di Talsano, sarà distribuito da Moviemax media group e Smile production ed uscirà nelle sale tra novembre e dicembre. Una trentina sono gli elementi della troupe, una quarantina di ruoli per il cast pugliese composto di circa 500 comparse. Tra questi, gli anziani ( tre protagonisti e 20 comparse) segnalati dagli associati Auser, la cui sede provinciale è a Taranto. (articolo pubblicato su Quotidiano di Puglia il 17 giugno 2012)
Fonte: Anna Crisante