Ha letteralmente lasciato a bocca aperta il pubblico del Tatà il pianista russo Alexei Volodin che, ieri sera, ha suonato nell’Auditorio dei Tamburi di Taranto. Alla sua figura di persona pacata, composta nei modi ed elegante negli atteggiamenti si è contrapposta una tecnica talmente eccellente da poterla definire “sorprendente”.
Originario di San Pietroburgo, Volodin, che si esibisce nelle più prestigiose sale da concerto di ogni parte del mondo, ha fatto tappa a Taranto in esclusiva per il Sud-Italia per la 68a Stagione Concertistica organizzata dagli Amici della Musica “Arcangelo Speranza”: una data che rimarrà nella storia, per la considerazione che questo artista ha nel mondo della musica e per lo splendore della sua performance.
Già il rumore provocato dai tacchi delle sue scarpe nell’avvicinarsi allo strumento ha fatto intendere che quello che avrebbe proposto non era “un concerto” ma “il concerto” di un alto esponente della musica: quattro tocchi fieri e possenti. Il suo adagiarsi seraficamente al sedile e l’accostarsi alla tastiera con rispetto e stima sono state le ultime azioni svolte con tranquillità. Dal primo accordo è subentrata una sfrenata successione di suoni e armonie in una vertiginosa escalation da lasciare tutti sbigottiti. Sembrava una persona dotata di quattro mani.
Per il pubblico del Tatà, Alexei Volodin, classe 1977, ha eseguito i Quattro improvvisi dell’op. 90 D 889 di Franz Schubert, nei quali ha mostrato un’intensa vivacità narrativa e una particolare capacità di mettere in risalto, grazie appunto alla sua eccelsa tecnica, piccoli dettagli particolari che hanno messo subito in evidenza la sua bravura. Sono seguiti la Sonata n. 8 in Do minore op. 13 “Patetica” di Ludwig Van Beethoven e la Suite dal balletto “Lo Schiaccianoci”, di Pëtr Il’ic Cajkovskij, nella trascrizione per pianoforte di Mikhail Pletnev. In conclusione ha suonato tre movimenti della “Petrouchka” in maniera a dir poco stupefacente.
Apprezzato da critica e pubblico per la sua tecnica straordinaria, la bellezza del suono, la versatilità del repertorio e l’intensa interpretazione dei brani che esegue, Volodin, apparentemente non esausto al termine del concerto, è stato richiamato da uno scroscio continuo di applausi che ha riportato il grande pianista a concedere tre bis.
L’esibizione al Tatà ha dato conferma della sua fama e del suo talento, lasciando in tutti i presenti il ricordo di un artista sensazionale e di una serata indimenticabile.
Fonte: Associazione Amici della Musica