Quegli episodi parlano di un imbarbarimento profondo delle relazioni umane, di un malessere sociale che ha superato il livello di guardia.
Pesano sicuramente anni di politiche sull’immigrazione, a livello governativo e non solo, basate sull’emarginazione, spesso la persecuzione, delle persone straniere e delle minoranze, scelte legittimate, agli occhi di gran parte dell’opinione pubblica, grazie a un’operazione culturale che ha scavato in profondità, alimentando la paura del diverso, non da accogliere ma da cui difendersi, e molte volte indicato come capro espiatorio di tutti i guasti di una società in difficoltà.
Ma pesano anche vent’anni di berlusconismo, che lasciano un paese segnato dalle ingiustizie sociali, più frammentato, meno coeso, più ‘incattivito’ dalla mancanza di un futuro in cui sperare, per sé e per i propri figli.
È dentro questo quadro di macerie sociali e culturali che vanno letti anche questi ultimi terribili episodi di razzismo.
Serve una vera e propria rivoluzione culturale, supportata da scelte concrete di segno completamente diverso rispetto a quelle fatte finora.
Che differenza c’è, nell’immaginario collettivo, tra la notizia di un campo rom raso al suolo da una ruspa inviata da un’amministrazione comunale o distrutto da un incendio doloso, se il messaggio che è stato fatto passare è che comunque i rom vanno cacciati?
Secondo noi sono atti, certo di gravità diversa, ma che vanno entrambi contrastati. I delinquenti incendiari vanno perseguiti, ma a loro volta gli sgomberi devono cessare, individuando con i diretti interessati soluzioni alloggiative dignitose e che rispondano a criteri di integrazione, non di nuovi apartheid.
E siamo convinti che gli omicidi di Firenze non possano essere derubricati a gesto di un folle. Non si è sparato a caso sulla folla, le vittime erano senegalesi e ambulanti. C’entrerà qualcosa la provenienza politica di estrema destra dell’assassino e la campagna contro gli ambulanti dell’amministrazione o no?
Allora a tutti, ma proprio a tutti, semplici cittadini, associazioni che lavorano a fianco dei migranti, partiti, istituzioni spetta il difficile compito di capire cosa determina questa nuova ondata razzista e con quali strumenti la si affronta.
Da parte nostra, non possiamo che unirci al dolore dei familiari delle vittime, esprimere la nostra vicinanza ai rom di Torino, partecipando a tutte le iniziative di protesta già indette.
Fonte: Circolo ARCI Crispiano