In una seduta consiliare monotematica aperta, tenutasi nella piazza Madonna della Neve, si è discusso delle “Problematiche sulla sicurezza e l’ordine pubblico a Crispiano”. Sono stati invitati i dirigenti scolastici presenti sul territorio, i parroci delle locali parrocchie, i presidenti di Azione Cattolica, le Confraternite, le associazioni culturali, musicali, sportive, commerciali, presenti sul territorio comunale (sulle carte 70!); in realtà ha seguito il consiglio un numero ridotto di cittadini, degli invitati nemmeno un rappresentante. Si è trattato di insensibilità o di convinzione che è meglio ridimensionare la portata degli episodi? In meno di un anno ci sono stati vari episodi di intimidazione nei confronti di uomini politici e recentemente nei confronti del primo cittadino, coinvolgendo anche i suoi familiari e creando così un clima di paura e disagio. Alla seduta, in cui mancavano anche alcuni consiglieri di maggioranza, è intervenuto il consigliere regionale Francesco Laddomada. Il presidente del Consiglio Giuseppe Bennardi, nell’assicurare che sono in corso le indagini da parte delle forze dell’ordine, ha auspicato che tali episodi non accadono più e che vengano presto dimenticati, ribadendo che Crispiano per vocazione è una comunità di persone laboriose e oneste, e che non c’è terreno in cui le forze malavitose possono attecchire. Se c’è un tentativo di condizionare la politica o di entrare nel tessuto economico, la comunità ha il dovere di fare muro contro ogni atto vandalico; a ogni ricatto, a ogni minaccia si risponderà con la trasparenza, la legalità e la precisione degli atti amministrativi. Più attenzione, meno indifferenza e apatia, questa la richiesta del sindaco Giuseppe Laddomada, per il quale gli attacchi più che alla sua persona, ritiene siano rivolti al ruolo che copre, e che domani sarà ricoperto da un altro, assicurando che con metodo democratico sarà arginato e combattuto qualsiasi fenomeno incivile. Emozione, sgomento, solidarietà al sindaco e alla sua famiglia hanno espresso tutti i consiglieri, di maggioranza e di minoranza e molti cittadini intervenuti nel dibattito, invitando la comunità all’unità e alla solidarietà con i rappresentanti delle istituzioni, a qualunque colore appartengano; nessuna omertà da parte dei cittadini (Antonio Magazzino); sia costruttivo anche l’operato politico, perché a volte i dissapori interni possono indebolire la credibilità dell’amministrazione e alimentare tali reazioni (Giuseppe Scialpi); promuovere con l’onestà dei propri atti la cultura della legalità e trasmetterla alle coscienze giovanili (Michelangelo Serio); maggiore sensibilità e presenza fisica da parte delle associazioni, ricordando che nel DNA dei crispianesi non c’è il gene del compromesso (F. Luccarelli); arginare la crisi dei valori morali nei giovani, futuri amministratori di domani (Adriana Caramia); vigilare in famiglia e trasmettere i buoni valori ereditati, per contribuire a stroncare ogni tentativo di infiltrazione malavitosa (Stefano Liuzzi); la viltà degli episodi denunciati siano da stimolo ad un comportamento onesto della comunità e mai omertoso (Pietro Ettorre); no alla sonnolenza dei cittadini (Donato Greco); solidarietà e difesa della democrazia da parte del sindacato CGIL (Michele Semeraro); risultati concreti e attenti ai bisogni della comunità da parte dell’Amministrazione possono essere un deterrente (Nicola Greco); mantenere sano il tessuto sociale è l’impegno di chi resta nel territorio, visto che la generazione tra i 15 e i 50 anni è destinata fuori, per studio o per lavoro (Vito Trisciuzzi); sgomento e desiderio di mollare da parte dei giovani amministratori, ma prevarrà il senso di responsabilità per ostacolare l’illegalità (Carlo Sforza); solidarietà e sostegno a chi decide di non arrendersi (Bucci); la sensibilità dei partecipanti sia lievito per la massa ( Rosa Luccaselli). Il consigliere regionale ha innanzitutto espresso solidarietà alle forze dell’ordine, presenti numerose alla seduta consiliare, che da 2 anni fronteggiano una serie di attentati, “degni di un paese malavitoso”. Incendiare le auto dei parenti è una prassi che potrebbe colpire prima o poi l’imprenditore o l’assessore che non vogliono piegarsi a certe logiche, l’associazione, il volontario. Quando il tarlo della violenza prende piede, ha detto Laddomada, può entrare anche nelle famiglie, e turbare la tranquillità dei parenti. Bisogna che la vita politica segua il binario della legalità; fra due anni si vota, no a confronti accesi all’interno della gestione amministrativa, perché si creano aspettative, rancori, dubbi che inquinano la civile convivenza dei cittadini. Bennardi, a conclusione, ha invitato tutti i cittadini a isolare la cultura dell’ignoranza di ritorno, che porta a considerare come nemico e non come avversario chi ha idee politiche diverse dalle proprie. Il consiglio, infine, ha approvato all’unanimità un documento inviato agli organi istituzionali.
Fonte: Silvia Laddomada