notizie : 1861: Una pagina “ Storica” Crispianese

Cosa avveniva a Crispiano nello storico evento dell’Unità d’Italia?
Dalle memorie del primo Sindaco Pasquale Mancini, riportiamo per gli affezionati lettori quanto avvenne nella nostra Crispiano, frazione di Taranto in Provincia di Lecce.
(Il nostro Comune ottenne l’Autonomia il 14 Novembre 1919, mentre il Comune di Taranto diventò capoluogo di Provincia il 2 Settembre 1923).
L’Italia, oltre alle storiche vicende positive che tutti ricordano, dolorosamente subì l’evento del brigantaggio, specialmente nel nostro Meridione, dal 1860 al 1863 la nostra Crispiano fu segnata da vicende terribili.
I Briganti erano divisi in varie squadre e, portando infilata alla punta di una baionetta l’orecchio di una povera vittima, incutevano terrore attraversando le campagne del nostro territorio. Un luogo, il nostro paese, che offriva sicuro rifugio. Stabilirono il loro quartiere generale al comando di Cosimo Nazzeo da San Marzano detto Pizzichicchio. Suoi barbari colleghi erano: Valente Giovanni; Capriarello Tommaso; Trinchera di Ostuni e Sergente di Gioia del Colle. Con l’arrivo dei Briganti a Crispiano vi fu l’esodo di molti residenti, anche giovani che lasciavano il suolo natio per andarsi a nascondersi nelle macchie del vicino bosco Pianelle. A causa di tal esodo, i Briganti, liberamente spadroneggiavano per le nostre campagne. Alcuni cittadini per amor proprio dei loro cari, aiutavano questi banditi fornendo viveri ed agevolandoli, per evitare loro di non essere sorpresi dalle truppe della Guardia Nazionale. Tra le principali gesta d’orrore compiuto a Crispiano, vi fu l’omicidio di un tal Luigi Calianno; Una donna di Martina Franca, presa a tradimento – poiché il marito era Liberale – subì le più oscene sevizie dietro la Masseria Minco di Tata (attuale Ufficio Postale); L’omicidio di uno dei capi della Guardia Nazionale di Taranto, D. Antonio Genoviva ucciso sulla Strada Crispiano-Statte e, l’uccisione di Don Nicola Vinci di Massafra presso la Masseria Vallenza. Il sacerdote, mentre si recava a piedi da Massafra a Vallenza, per celebrare la S. Messa domenicale (nella cappellina ancora esistente) sette Briganti di fiero aspetto e ben armati tra cui Pizzichicchio, con derisione gli sbarrarono la strada chiedendogli: “Hai celebrato la Messa”? Alla risposta del sacerdote: ”Vado adesso a celebrare” i Briganti esclamarono: ”Non fai più in tempo”. Don Nicola cercò di sfuggire. I Briganti l’afferrarono con la cintola sbattendolo a terra. Coraggiosamente il Vinci subito si rialzò, energicamente si difese con calci e morsi a chi di loro s’avvicinava. Uno di loro urlò: “ più ti dobbiamo tenere avanti”! Sparandogli a bruciapelo un colpo di fucile, padre Vinci, così tramortito cadde a terra presso il pozzo della masseria Vallenza e, a turno i Briganti lo cosparsero di sputi e pedate non risparmiandolo d’insulti.
Dopo più di due anni dell’arrivo dei Briganti a Crispiano, precisamente il 17 Giugno 1863 avvenne finalmente la loro disfatta. Una squadra di 12 Guardie Nazionali di Massafra sotto la guida di un certo Carrettieri di Casavola, rinforzata dalla Guardia Nazionale di Taranto al comando del Capitano Giovanni Cordiglia e da uno squadrone dei Cavalleggeri di Saluzzo al comando del Capitano Allisio Francesco, dopo un feroce combattimento presso la Masseria Belmonte fu uccisi 17 briganti. Gli altri briganti feriti, furono fucilati il giorno dopo presso il cimitero di Taranto. Alcuni di loro tra i quali Pizzichicchio furono inseguiti presso la Masseria Ruggeruddo, arrestati e condannati a morte dalla Corte Marziale di Potenza.
Cacciati i Briganti, nel nostro paese si cominciò a respirare l’aria della Nazione che esultava per l’Unità dell’Italia, i cittadini crispianesi allontanatesi, ritornarono.
Nel 1863 si ricominciò la registrazione dei libri Parrocchiali.
Nel 1868 a Crispiano vi fu una forte epidemia colerica.
La Nuova Chiesa Parrocchiale cominciata nel 1856 a cura di Mons. Rotondo, rimase sospesa fin dopo la cacciata dei Briganti. Sorse un comitato per raccogliere una volontaria sottoscrizione e terminare la Chiesa. A capo di questo comitato erano l’economo-Curato Pavone, coadiuvato dal Sac. Giovanni Picciarelli da Taranto e Fra Teodoro Castellano di Martina. L’appaltatore sig. Francesco Perno di Fasano portò a termine la costruzione, che registrò un infausto accadimento per la morte di un giovane operaio.
Il 5 Agosto 1869, l’Arc. Mons. Rotondo assistito dai sacerdoti del Rev.mo Capitolo di Taranto, compì la benedizione del Tempio e vi celebrò la prima messa.
Crispiano alla fine del decennio 1861/71 ricominciò la sua crescita demografica e il primo censimento ufficiale della popolazione si svolse nel 1871 con 2655 abitanti residenti.

Fonte: Francesco Santoro