Nell’ambito delle iniziative promosse dal Comitato Qualità della Vita in occasione del 150° dell’Unità d’Italia, il 2 dicembre 2010, l’I.C. “F. Severi“ di Crispiano ha organizzato una conferenza stampa di presentazione delle manifestazioni che si avvicenderanno fino al 13 dicembre.
Nel corso della conferenza è stata annunciata la mostra itinerante “150 gli anni dell’Italia”, della quale Crispiano è la 6^ tappa.
“Essa fa parte – ha detto il prof. Carmine Carlucci – di un Progetto presentato alla Commissione dei Garanti, che annovera il patrocinio delle autorità regionali, provinciali e locali e il cui simbolo delle bandiere incrociate potrà essere ascritto nella Storia della Scuola “ Severi “.
La mostra è stata inaugurata il 9 dicembre nell’Aula Magna.
Ad essa potranno contribuire anche gli enti e i comuni cittadini, per arricchirla e per testimoniare concretamente il percorso comune di civiltà che ha segnato questi 150 anni.
Il concorso UNITALSI CVQ, a tema “ I giovani e la solidarietà” si è concluso nella Parrocchia Santa Maria della Neve con la premiazione dei primi tre classificati, uno per ciascun ordine scolastico, che avranno il privilegio di un viaggio a Lourdes.
La Mostra invece si concluderà il 13, alle ore 17,00 nell’Aula Magna dell’ “ I.C. Severi “ con un convegno intorno al tema “Brigantaggio: fenomeno criminale o difesa dell’identità culturale“, relatore il prof. Angelo C. Bello.
Il fenomeno del brigantaggio è tema di studi controversi, che ha bisogno di una rilettura più oggettiva e più consona alla realtà dei tempi, per interpretare più realisticamente, per esempio, la cosiddetta “questione meridionale“, oggetto ancora di articolato dibattito.
I Padri della Patria faticarono non poco a riunire in uno Stato unitario “ tante diversità esistenti.
Non sempre ci riuscirono, ma certamente l’avvento di una Costituzione Comune, fornì a tutti un importante punto di riferimento per il raggiungimento dell’Unità nazionale, che è sinonimo di identità per coloro che ne fanno parte”.
“Dall’unità nazionale al trattato di Lisbona, entrato in vigore il 1° dicembre 2009, il cammino è stato impervio e difficile. I sei paesi, di cui anche l’Italia fece parte, sin dall’inizio impegnati a costruire una società nuova – ha continuato il prof. Punzi, vice presidente dell’AICCRE – sono riusciti a riunirne insieme 27 e, tutti, hanno contribuito a scrivere delle Regole che agevolino la libertà di parola, la giustizia sociale, la democrazia, conquistate a volte anche col sangue; che sanciscano una comune identità in ambito europeo, una riconoscibilità al di sopra e al di là delle differenze; una dignità, che è rispetto reciproco; una partecipazione, che renda protagonisti i popoli nell’attuazione dei propri diritti. Con l’unione dei popoli, sancita a Lisbona, l’UOMO è al centro di un PROGRESSO che si muove all’insegna della libertà e della pace, ma che non dimentica l’autenticità e l’originalità di ciascuno, all’ombra della propria bandiera e della propria specifica identità. L’augurio ai giovani è certamente di studiare il Trattato, ma allo stesso tempo di coltivare la voglia di conoscere altri popoli e scoprire altre realtà; di amare e rispettare gli altri con l’obiettivo di costruire qualcosa per e con gli altri; di parlare col cuore; di agire con quell’umanità calda, generosa e forte che contraddistingue i popoli del Mediterraneo, di non fermarsi mai alle apparenze e ai primi ostacoli, perché l’unione dei popoli è un cammino in divenire continuo, che ha bisogno del contributo di tutti”.
La dott.ssa Sturino, nel dare la parola al prof. Paolo Giannoccari, presidente AIPPE, ha sottolineato la passione ed il rigore delle parole del prof. Punzi, assolutamente in linea con l’intento pedagogico della scuola in riferimento alle iniziative per il 150° dell’ Unità d’Italia.
Il prof. Giannoccari ha argomentato con riferimenti storici l’iter del desiderio di Unità che “pur attraverso guerre e spargimenti di sangue, è stato avviato sin dai tempi del Sacro Romano Impero, di Carlo Magno, di Napoleone, per giungere ai nostri tempi, durante i quali la realizzazione dell’Unione Europea può definirsi, di fatto, la «Via Crucis del 20° secolo», che però svanisce se si pensa ai traguardi raggiunti, che rivoluzionano i concetti di diritti umani, dove l’uomo è al centro degli interessi; di famiglia, simbolo di unione e rifugio per coloro che ne fanno parte; di diatribe ataviche, che si stemperano con il dialogo; di nuove democrazie in paesi che non la praticavano o non la conoscevano; di studi sulla eugenetica; di inserimento nel tessuto sociale dei diversamente abili; di rispetto per la vita; di interesse per i più deboli; di pulizia ambientale; di biodiversità nell’ambito degli ecosistemi; di sviluppo ecosostenibile. Perché tutto ciò possa realizzarsi, nell’UE lavora un gruppo omogeneo di uomini, operoso e generoso, che agisce in funzione del bene collettivo, dei valori, delle idee buone, in una dialettica che non è di scontro, ma di incontro e di confronto”.
Presente per le Istituzioni, l’Assessore all’Istruzione Chiara Lodeserto, che rivolta ai bambini, ha detto loro che “i convegni aiutano a capire laddove si viva in modo inconsapevole” e che “essere cittadini italiani non è solo un concetto, ma un abito, un modo di essere, un valore, che deve stimolare non solo a conoscere il proprio paese, ma anche a continuare a costruirlo, per renderlo sempre più coeso, affinché meridionale o settentrionale siano solo definizioni geografiche e non concetti di divisione identitaria”.
I molti bambini presenti insieme ai loro docenti, che avevano con gli adulti aperto la conferenza cantando l’inno nazionale, hanno a lungo e rumorosamente applaudito i relatori.
Fonte: Michele Annese