“Le mani di Persefone” e la pittura di Arapi all’Happy Hour culturale del Carpe Diem Art Cafe

Continuano gli Happy Hour Culturali del Carpe Diem Art Cafè di Crispiano. Domenica pomeriggio (ore 19.00) nel “paese delle Cento Masserie” arriveranno Michele Tursi e Pierpaolo D’Auria per presentare il loro libro, “Le mani di Persefone”. Insieme a loro sarà presente il pittore Igli Arapi che esporrà e parlerà ai presenti delle sue opere. Si conferma dunque il connubio letteratura – pittura che caratterizza la collaudata formula dell’evento domenicale crispianese, organizzato dall’associazione Adhara, dalla libreria AmicoLibro e dal Centro culturale Valle d’Itria. partner-ship, Le Tentazioni di Piero e Gianni, AltreVisioni di Gianni Giacovelli.
Il romanzo d’esordio dei giornalisti D’Auria e Tursi (edito da Besa) si ispira alla “Persefone in trono”, una statua ritrovata a Taranto agli inizi del 1900 e finita, dopo varie vicissitudini, a Berlino, dove è attualmente esposta al Pergamon Museum. Nel libro è mescolata la ricostruzione storica con le vicende di una potentissima setta esoterica dedita a riti misteriosi.
La storia comincia in maniera tragica. Due anziani coniugi calabresi, emigrati a Berlino, muoiono in un incidente stradale alle porte di Taranto. Nell’auto vengono ritrovati dei reperti archeologici di cui si ignorano l’origine, il valore e l’autenticità. Viene aperta un’inchiesta. La figlia dei due anziani, docente all’università di Berlino, giunge a Taranto per il riconoscimento dei corpi. Attraverso una serie di circostanze e colpi di scena, scopre particolari a lei ignoti sul suo passato e su quello dei suoi genitori. In parallelo alla vicenda personale, si svolge l’indagine della magistratura che assegna ad un archeologo della Soprintendenza l’incarico di effettuare una perizia sui reperti. Questi scopre che si tratta delle mani della “Persefone in trono”, pezzi di inestimabile valore di cui la comunità scientifica ignorava l’esistenza ma sulle cui tracce da tempo ci sono gli adepti di una setta. La storia, avvincente e brillante, si snoda lungo l’asse Locri – Taranto – Berlino. Tra intrighi, storie d’amore e goffi personaggi, a fornire la chiave del mistero è una figura che viene dal passato.
Il romanzo attinge alla millenaria storia di Taranto, importante colonia spartana della Magna Grecia, per dare vita ad un thriller appassionante, animato dai toni e personaggi brillanti. Gli autori, entrambi tarantini, sono giornalisti del “Corriere del Giorno”.
L’artista Igli Arapi, invece, è nato a Tirana nel 1972. Oggi vive e lavora a Martina Franca. Dopo essersi diplomato al Liceo artistico di Tirana si trasferisce in Italia e ottiene il diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Bari. Nel 2002 è segnalato dalla rivista “Arte” (Mondadori) tra le 200 giovani promesse dell’arte neofigurativa italiana. Organizza mostre personali a Martina Franca, Francavilla Fontana, al Castello di Mesagne. Tra le collettive, la Rassegna Nazionale delle Belle Arti, la Biennale di Alatri, Arte Padova. Fiera d’arte contemporanea. Nel 2003 viene inserito nel Catalogo degli Artisti dell’arte contemporanea. Attualmente pratica la sua ricerca pittorica presso lo studio d’arte. La rappresentazione pittorica di Arapi è fortemente motivata dalla tentazione di dare un corpo e una voce a tutte le emozioni dell’essere umano, che si relaziona con il mondo esterno e quello interno. Le contraddizioni lo conducono ad essere uomo – animale.

Fonte: Michele Di Cesare – Presidente Associazione Adhara