Continuiamo a crederci, continuiamo a sostenere le iniziative italiane per scongiurare l’uccisione di Sakineh Mohammadi Ashtiani, detenuta nel braccio della morte nel carcere di Tabriz, nel nord-ovest dell´´Iran. Accusata dal 2006 per aver avuto una ‘relazione illecita’ con due uomini e sottoposta a novantanove frustate, ora rischia la lapidazione o l’impiccagione per adulterio e per le accuse, infondate, di aver partecipato all’uccisione del marito.
Per questo, venerdì 15 ottobre alle 19,00 ci incontreremo al Teatro comunale-Cinema d’autore di Crispiano, in via degli Aranci, per una serata evento a favore di Sakineh e di tutte le sue sorelle. Altrettante donne che subiscono la politica del “due pesi e due misure” di molti regimi nel mondo. Interverranno Anna Conte a nome di Amnesty Taranto e Annalisa Mancino per il Centro culturale Valle d’Itria di Martina Franca.
A seguire, sarà proiettato gratuitamente uno dei lungometraggi animati più belli degli ultimi anni, Persepolis: il film, tratto dalla omonima graphic novel e candidato al Premio Oscar del 2007, si aggiudicò il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes nello stesso anno e due premi Cesar. Il cartoon, in rigoroso bianco e nero, racconta la storia vera dell’iraniana ribelle Marjane Satrapi, anticonvenzionale e ironicamente seducente. La pellicola, della durata di 95 minuti, è particolarmente indicata per i ragazzi di tutte le scuole superiori.
Sul processo a Sakineh, il maggiore caso mediatico degli ultimi anni, l´´avvocatessa iraniana Shirin Ebadi, già premio Nobel per la pace, ha scritto: “Sakineh è totalmente innocente. L´´adulterio, il primo capo di imputazione a suo carico, non è né un crimine né un delitto. Quanto all´´accusa di presunta complicità nell´´omicidio del marito, si basa su confessioni che le sono state estorte sotto tortura psicologica e fisica. Ma oltre a Sakineh, almeno altre venti donne e quattro uomini attendono la stessa crudele sorte: la morte per lapidazione. Nelle carceri iraniane ci sono anche oltre 800 prigionieri politici, diverse decine dei quali condannati a morte. Non si tratta, dunque, della sola Sakineh”.
La pena di morte è oggi giorno praticata in novantacinque stati: è presente in quasi tutti i paesi asiatici, in buona parte di quelli africani, in alcune zone della America, come Stati Uniti, Cuba e Cile, mentre in Europa è limitata esclusivamente ai territori della ex-Jugoslavia e alla Bulgaria.
Per informazioni contattare il cellulare l’ideatore dell’evento, Sig. Cataldo Zappulla al numero 347 0885091.
Fonte: cataldo zappulla