Il terremoto ha scosso le coscienze di molti italiani, dei giovani in modo particolare, che vedono molte tragedie risvegliare i valori della vita umana e della solidarietà.
Perdite di vite umane, dei propri cari, della casa, dei tanti oggetti a cui sono legati i ricordi dei propri affetti, si intrecciano con la paura, con l’incertezza del futuro, con la necessità di ricostruire la propria vita, partendo dall’esperienza di una tendopoli.
Le tante attestazioni di solidarietà e gli aiuti, non cancelleranno mai dagli occhi lo spettro di tante rovine e le grida di disperazione di chi, in una notte si è visto improvvisamente senza tetto, ancor peggio senza più nulla, perché tutto fatto sparire dalla forza incontrollabile della natura; i più fortunati miracolosamente sfuggiti alla morte, provano la strana sensazione di chi può varcare la soglia della propria abitazione, tra quelle mura divenute pericolose e che scatenano emozioni di rimpianto misto al terrore che tutto possa nuovamente accadere, seguendo la sorte di tanti parenti e concittadini rimasti sotto le macerie…
Una spiegazione è impossibile, come è impossibile prevedere eventi tanto devastanti. Rimane il sorriso di bimbi che ignari continuano ad essere assistiti e rallegrati dalle mamme che hanno il cuore ferito; chi non ha più la mamma trova l’affetto di nonni e di zii; pronti a non far pesare su di loro le brutte conseguenze di tragedie che non capirebbero.
Si sentono anche vagiti di bimbi che nascono e marce nuziali di amori che fioriscono, che danno il segno della continuità della vita il cui cammino tutti sono obbligati a riprendere, con l’aiuto delle istituzioni pubbliche e di tanti volontari accorsi in Abruzzo.
Si registrano tanti errori colposi, senza i quali si sarebbe potuti evitare la perdita di tante vite umane e la distruzione di interi paesi.
Chissà quanti pentimenti si nascono negli animi di chi, responsabili di omissioni e di imperdonabili egoismi, ha aggravato le conseguenze di un fenomeno di per sé già disastroso!
Ci si chiede il perché è capito “proprio a noi” una simile tragedia, ma soprattutto il perché non si interviene in tempo per prevenire, limitare i danni ed evitare azioni criminose.
Sono domande che tutti ci poniamo ogni volta che si verificano immani tragedie, che rimangono senza risposte valide e prive di interventi efficaci ad assicurare la stabilità degli immobili, la salvaguardia delle vite umane e la soppressione di fenomeni mafiosi.
Ora sono al lavoro magistrati e tecnici per individuare le cause e i colpevoli ed iniziare la ricostruzione.
Oltre il 50% delle case risulta distrutto o inagibile; circa 300 i morti, tante le opere d’arte andate perdute, giovani disorientati privi del loro lavoro e con l’avvenire incerto: sarà impossibile dimenticare e perdonare, si spera almeno che si sia un ritorno rapido alla normalità.
Per questo possiamo contribuire anche noi con la telefonata al 48580 (2 euro) o un SMS allo stesso numero (1 euro); è il minimo che possiamo fare per dimostrare la nostra solidarietà ad un popolo martoriato.
C’è un motivo di consolazione verificato in questa triste circostanza: i tanti interlocutori, giovani sicuramente, dei siti web che si scambiano frasi e insulti inutili, si ritrovano ora solidali nell’esprimere alla popolazione abruzzese, comprensione e viva partecipazione.
Una sensibilità presente nel mondo giovanile, che lascia ben sperare per un futuro migliore, a cui hanno il dovere di provvedere essenzialmente i Governi, gli Enti locali e le Istituzioni pubbliche.
Fonte: Michele Annese