L’importante è partecipare! Soddisfatti di questo, il gruppo dei maratoneta crispianesi che hanno voluto fare l’esperienza di correre tra i grattacieli di Manhattan, a fianco di campioni della disciplina, sicuramente la più affascinante del mondo.
Fare principalmente sport, unendo al fattore agonistico, il puro e sano divertimento, tutto ciò immerso in una meravigliosa esperienza turistica in un mondo tutto da scoprire e visto fino a pochi giorni fa solo in televisione o sui giornali.
E’ quello che è successo ed è stato vissuto da undici atleti del Marathon Club di Crispiano, che hanno partecipato nei giorni scorsi, alla maratona di New York, un evento internazionale a cui erano iscritti circa 50mila partecipanti.
Incontriamo – dice Gabriele Annese – alcuni di questi protagonisti a pochi giorni dal loro rientro in Italia, e tra ricordi commoventi, fatiche ancora da smaltire e ragguardevoli commenti ai risultati ottenuti durante la maratona, ci facciamo raccontare la loro indimenticabile esperienza.
“Siamo all’epilogo di un evento piacevole e sportivo – ci racconta Franco Luccaselli , presidente del Marathon Club – ed é moltiplicato in noi maratoneti l’entusiasmo che già ci portavamo addosso prima della partenza verso una manifestazione di livello internazionale e che ha una rilevante importanza sia per chi compete a livello agonistico, ma anche per chi, a livello turistico e amatoriale come il nostro, lo considera un evento affascinante. Crea un certo effetto aver visto alcuni di noi emozionarsi per questa gara.
Sicuramente la partecipazione e la presenza dei crispianesi a New York è da considerarsi principalmente per il fattore sportivo e a conti fatti è da ritenersi positivo il bilancio dei risultati ottenuti dai nostri compaesani: “annoveriamo nel nostro gruppo – sottolinea a riguardo il presidente Luccaselli – la grande prestazione del nostro atleta Claudio Luccaselli, il quale è riuscito a chiudere la maratona nel buon tempo di 3h:00.15. Buona anche la prestazione di Pino Martellotti che ha chiuso in 3h:00.30. Soddisfacente anche il tempo di 3h:00.40 ottenuto da altri crispianesi fino ad arrivare al gruppetto da me capeggiato, e che comprendeva tra gli altri Angelo Pino, mio figlio Antonello che a 18 anni ha corso la sua prima maratona chiudendola con il tempo di 4h:00.15. Ci tengo poi a precisare che é importante far capire, a chi partecipa per la prima volta a maratone con questa distanza, come poter gestire la propria autonomia dosando le forze. E’ stato per questo utile far accompagnare gli esordienti da atleti che hanno maggiore esperienza, altrimenti si rischiava di far bruciare subito le loro energie col risultato di vederli fermarsi dopo pochi chilometri.
Ed è proprio Claudio Luccaselli, il primo arrivato tra le fila dei corridori crispianesi, ad approfondire l’aspetto sportivo della gara.
“Sono contentissimo della mia prestazione, in termini di risultati, a questa manifestazione. Per chi corre, tra l’altro, la massima aspirazione è quella di gareggiare appunto alla maratona di New York e chiuderla nel tempo di tre ore, non si può chiedere di meglio”.
Tra l’altro – prosegue l’atleta crispianese – quello americano è un percorso abbastanza duro e non scorrevole come altre maratone e se aggiungiamo le avversità affrontate e cioè il freddo pungente di quel giorno e in più il fatto che, nonostante la partenza fosse programmata per le dieci, noi dovevano farci trovare pronti già dalle sei la mattina, possiamo essere tutti contenti di ciò che abbiamo fatto. Soprattutto sono soddisfatto, e ci tengo a rilevare l’ottima prestazione di mio nipote Antonello, che da esordiente è stato l’unico ad arrivare con tranquillità al traguardo senza sentire poi dolori.
Tra i crispianesi presenti nella città americana figuravano altri quattro esordienti alla loro prima maratona e tra questi Angelo Pino, commerciante, il quale è rimasto così folgorato dall’entusiasmo della popolazione americana da confessare di aver versato qualche lacrima, per l’emozione provata durante la corsa: “Per me che ero abituato a fare altre maratone a… tavola,- ci racconta con l’ironia che da sempre lo contraddistingue – dico che praticare questo sport, e in particolare gareggiare alle maratone è davvero faticoso ma allo stesso tempo emozionante. Come possono testimoniare alcuni dei miei compagni e come io stesso ammetto, durante e dopo la maratona mi sono emozionato a tal punto da piangere mentre correvo. Questa forte emozione – continua Pino – era dettata dal vedere i bambini, che assistevano alla maratona, sporgere le loro mani perché volevano batterle con le nostre per darci il…cinque. Poi le grida di incitazione di tutto il pubblico presente e l’entusiasmo dimostrato dalle persone sono davvero sensazioni indescrivibili e che mi hanno portato ad abbracciare i miei compagni di avventura non appena ho terminato la corsa. Davvero un’emozione troppo bella… peccato che sia durata poco.
Quando ci si imbatte in posti visti esclusivamente in televisione, internet, quando si sente parlare di New York solo attraverso giornali e telegiornali è difficile immaginare quali sensazioni si possono provare quando ci si cala in quelle realtà così grande come la metropoli newyorkese, e cerchiamo di capirlo attraverso le parole degli stessi protagonisti che non possono far altro che confermare il tutto, affermando che “rimani a bocca aperta – ci dice un meravigliato Claudio – perché quando sei lì vedi cose che hai visto solo sullo schermo e letto solo sui quotidiani, e ti ritrovi in un contesto di una città contornata da enormi palazzi”.
“Una città meravigliosa – aggiunge il fratello Franco – dove tutto è folkloristico, abbiamo avuto la possibilità di vivere di persona l’entusiasmo del popolo americano nei vari quartieri di Brooklin, Bronx, ecc, dovunque andavamo era una festa continua. Indimenticabili sensazioni abbiamo vissuto in particolare, quando durante la maratona correvamo in gruppo con le nostre magliette italiane, e sentivamo la vicinanza e il sostegno del pubblico presente”
L’entusiasmo della gente – afferma ancora Claudio – è stato davvero fondamentale, soprattutto per chi partecipava per la prima volta a questo evento perché sentire le grida “Italia, Italia” ti dà la forza per superare le difficoltà e le fatiche accumulate”.
“Ci hanno dimostrato – conclude il presidente Luccaselli- continuamente il loro calore dall’inizio alla fine come se fossimo noi i “top runner” di quella manifestazione cosi importante, mentre poi in realtà eravamo semplici appassionati che ridendo e scherzando sono riusciti ad arrivare al traguardo.
Con un altro esordiente in questo tipo di gare, annotiamo e ci facciamo descrivere con poche e semplici parole come la fatica che comporta la corsa sia bilanciata dalla voglia e dalla curiosità di fare il turista in una città grande e famosa come New York. “Sicuramente aver partecipato a questa maratona – ci riferisce Michele giunto al traguardo insieme all’amico Giuseppe dopo aver chiuso di fatto, il gruppo dei crispianesi- è stato emozionante, entusiasmante, molto divertente ma allo stesso tempo faticoso, e sopratutto il post-gara è stato per certi versi doloroso. Di certo però a New York si spende bene e si mangia bene……
Infine arriva da Claudio e Franco un invito e un augurio per tutti coloro che volessero intraprendere questa disciplina. “Diciamo loro che questo sport è libero, tranquillo, si possono trarre anche benefici e sono necessari solo forza di volontà e ……un paio di scarpe nuove. Purtroppo – conclude il presidente – non annoveriamo molti iscritti (n.d.attualmente il marathon Club conta circa 40 soci) ma speriamo che questo sia da stimolo per tutti coloro che vogliono affacciarsi a questa disciplina che fa bene, crea entusiasmo, ci dà la possibilità di scaricarci psicologicamente e poi ci fa diventare anche turisti.
Non sono poi mancati i momenti comici di questa avventura degli undici atleti crispianesi: il presidente Luccaselli racconta alcuni di questi episodi, a cominciare da come uno dei partecipanti, in mancanza di un taxi e perché sfinito dalla stanchezza, sia stato costretto a chiedere un passaggio, ritornando in albergo su una lettiga trainata da una bicicletta con alla guida un americano.
Poi – conclude Annese – per dimostrare che tutti sono uguali, alcuni tra i partecipanti di Crispiano al termine della maratona hanno ricevuto e indossato anche nei giorni successivi la medaglia ricordo portandola in giro come segno di partecipazione, ricevendo applausi ed elogi dai passanti, nonostante i loro risultati non fossero proprio….dei migliori; e infine l’ultimo episodio vede coinvolto lo stesso presidente Luccaselli che insieme ad Angelo Pino, appostati sul luogo della partenza sin dalle sei di mattina, hanno cercato di evitare il freddo pungente rifugiandosi in un bagno pubblico. Ma il loro gesto è diventato attrazione per decine e decine di persone, principalmente turisti giapponesi che li hanno immortalati scattando loro centinaia di fotografie mentre i due crispianesi erano intenti ad aspettare infreddoliti sì…ma da quel momento sorridenti per le tante attenzioni ricevute.
Fonte: Michele Annese