La recessione non ferma i capannoni del consorzio Le Caselle

Diciotto euro e settantanove centesimi circa. A testa. Tanto è costata fino ad ora l’epica attesa del Piano urbanistico generale di Crispiano che ancora non c’è: “Le uniche certezze per il nuovo PUG sono i costi di progetti e studi, 250mila euro per tredicimilatrecento abitanti”.
A pensarla così il gruppo consigliare di opposizione ‘Per Crispiano’, che sei mesi fa candidò l’architetto Peppino Scialpi sindaco: “Quante altre elezioni dovremo attendere prima dell’approvazione del Pug da parte del Consiglio Comunale? A sentire le assicurazioni pre-elettorali (del riconfermato sindaco Laddomada, ndr), doveva essere adottato già a marzo-aprile di questo anno. Sono passati altri sei mesi, e l’argomento è diventato improvvisamente poco appetibile per i cittadini che non ricevono più alcuna notizia sui tempi di approvazione”.
Ad allungare il brodo si aggiunge da ultimo una notizia bomba: “Dopo un lungo e articolato iter procedurale, rallentato anche da intoppi burocratici, si realizzerà l’importante progetto del primo Polo integrato di sviluppo del Consorzio Le Caselle di Crispiano”. A scriverlo in questi giorni è la Confindustria di Taranto. Cosa è successo? Dopo quattro anni di interminabili tira e molla con l’amministrazione Laddomada e con l’Ufficio tecnico comunale, su richiesta dei quindici imprenditori interessati, quasi tutti crispianesi, la Regione Puglia ha delegato l’Ufficio programmazione e pianificazione della Provincia di Taranto, che a sua volta delega la patata bollente ad un commissario ad acta: l’architetto Paolo Caramia. Quest’ultimo nei giorni scorsi ha deciso che non ci sono impedimenti: ok per i lavori di costruzione dei capannoni industriali in contrada Le Caselle, da cui prende nome l’omonimo consorzio. Probabile la posa della prima pietra entro il 2008.
Nel frattempo, i consorziati si erano aggiudicati, due anni fa, il primo posto in un bando di finanziamento (chiamato Pia-networking) per la progettazione di tutta l’area commerciale e produttiva in maniera eco-compatibile (pannelli fotovoltaici, recupero delle acque reflue). A regime, i nuovi posti di lavoro potrebbero essere alcune decine.
Crolla, con ogni probabilità, il feticcio di una terza area industriale, alternativa a Le Caselle, e in sostituzione della prima area industrial-artigianale: quella di contrada Lezza, sulla Crispiano-Statte, gravata da un piccolissimo problema che gli amministratori crispianesi di venti anni fa non avevano previsto: la presenza di tre gravine tutto intorno all’area designata. Dunque la terza area industriale, famosa e famigerata ancora prima di nascere, potrebbe rivelarsi un aborto: nonostante fosse stata ampiamente annunciata dal candidato Pino Laddomada durante l’ultima campagna per le Amministrative del 13 aprile scorso. La posizione di apertura della Provincia, nei confronti di Le Caselle, potrebbe diventare ora un (altro duro) elemento di confronto nella nuova sede di via Roma del Partito Democratico: da una parte l’area laddomadiana, già Margherita fino al 2007, dall’altra quella del confermatissimo assessore provinciale Michele Conserva, braccio destro del presidente Florido. In mezzo gli ex Ds del vice sindaco Antonio Magazzino, assorbiti un anno fa dal Pd. Restano pochi margini di manovra: impugnare, ad esempio, la designazione del commissario per ribaltare la sua decisione pro-consorzio. Spetterebbe ai politici farlo, ma significherebbe uscire allo scoperto, ufficializzare l’opposizione al progetto Le Caselle, fino ad ora scaricata formalmente sulle spalle dell’Ufficio tecnico comunale.
Una paio di domandine ai fianchi: il Pug targato Pd, che di fatto gestirà la giunta monocolore di Crispiano fino al 2013, punterà ancora sulla lottizzazione di una vasta area a sinistra della salita della Superstrada 172? Oppure il Pug di Crispiano scriverà ora, nero su bianco, che un’ulteriore zona di sviluppo industriale sarà a ridosso della lottizzazione Le Caselle, lungo la strada che collega Crispiano a Montemesola? Se così andranno le cose, alcuni proprietari terrieri rimarranno a bocca asciutta, altri guadagneranno da questa gigantesca operazione mangia-campagna: la magica trasformazione dei poderi da zone agricole ad aree industriali senza colpo ferire.
Va sottolineata l’importanza del momento: a questo punto il 2009 potrebbe essere l’anno della svolta per Crispiano. Quello che tanti (a cominciare dal popolo dei piccoli possidenti immobiliari) attendono da sempre. Primo Pug della storia bicentenaria del paesello delle cento masserie e nuova linfa economica derivante dall’Area vasta. I prossimi trent’anni raccolti in un fazzoletto di giorni e mesi. Il futuro dei tredicimila e passa crispianesi raccolto nelle mani di pochi cittadini: l’attuale gruppo dirigente del Pd. A loro onore e onere della duplice sfida. Nonostante l’infornata di giovani, anche in questa seconda giunta Laddomada, fino ad ora, difetta comunicazione e serio coinvolgimento partecipativo dei crispianesi. Un esempio: zero conferenze stampa nei primi sei mesi. Due soli incontri durante l’estate, contestati durante e dopo, aperti alla cittadinanza su Pug e Area vasta.
Da tenere d’occhio l’esempio di co-progettazione ‘Laboratorio di Urbanistica Partecipata’ in partenza a Locorotondo. A volte basterebbe copiare.

Fonte: Cataldo Zappulla