Si è svolta sabato scorso l’inaugurazione del Campo Sportivo Comunale di via Quasimodo alla presenza del sindaco, del vice sindaco, dell’assessore allo sport, del presidente del consiglio e di alcuni consiglieri di minoranza. Nell’occasione è stata scoperta una targa in memoria di Antonio Castellano e Martino Scatigna, due crispianesi che in passato diedero tanto al movimento calcistico locale. Il sindaco Laddomada, dopo aver comunicato che a breve sarà pubblicato il bando per i lavori ai campi di bocce e tennis, ha espresso soddisfazione per aver ridato la struttura rimessa a nuovo alla comunità. Di certo non dello stesso parere sono stati gli addetti ai lavori e i cittadini che non hanno riscontrato grandi differenze rispetto a come avevano lasciato l’impianto. I lavori, in breve, prevedevano il rifacimento del terreno di gioco in terra battuta, la realizzazione di un campo di calcio a 5, l’ampliamento della tribuna più una per gli ospiti, la costruzione di magazzini per le società, l’innalzamento di una rete di protezione, una vasca per la raccolta delle acque e una postazione stampa. Il tutto è costato 390.000 euro, 300.000 finanziati dalla Regione (fondi rimanenti Italia ’90) e 90.000 dalle casse comunali. Ciò che lascia maggiormente perplessi è proprio il fondo di gioco, ricoperto da pezzetti di marmo che stanno già lasciando il segno sulle gambe dei ragazzi. Inoltre disseminati lungo il perimetro si possono trovare chiodi abbandonati incautamente dalla ditta che ha effettuato i lavori. Questo problema è stato sollevato nel corso della cerimonia dallo stesso presidente del consiglio comunale Luccarelli, mentre il consigliere Pdl Perrini ha preparato un’interrogazione comunale in cui chiede di conoscere se il capitolato dei lavori sia stato rispettato e se il direttore dei lavori assicura la piena rispondenza dei lavori effettuati al capitolato previsto. In particolare Perrini ha segnalato alcune problematiche tra cui il campo di calcetto che già presenta diverse parti distaccate e le nuove panchine che si presentano più strette rispetto alle precedenti e tali da non riparare gli occupanti dalla pioggia e dal sole. Noi ne aggiungiamo un’altra di anomalia: quella che doveva essere una tribunetta stampa ci sembra più che altro un angusto altarino in cemento senza copertura. Insomma resta il dubbio e il rammarico che con quella cifra si poteva realizzare qualcosa di più dignitoso, una struttura al passo con i tempi che chi in via Quasimodo opera da decenni forse meritava.
Fonte: Vincenzo Parabita – Puglia Press