CRISPIANO – A capo di uno dei gruppi di lavoro più numerosi del paese c’è, dal primo settembre scorso, una donna: Anna Sgobbio. Il suo lavoro consiste nel produrre educazione e formazione. Non dirige infatti un’azienda, ma la scuola elementare ‘Pasquale Mancini’ di Crispiano.
67 docenti in 36 classi, 19 tra collaboratori scolastici e amministrativi saranno all’opera quotidianamente per i 750 piccoli allievi crispianesi (18 dei quali più bisognosi di attenzione perché abili in modo diverso), saranno alle dipendenze di Anna Sgobbio, cha avrà a sua disposizione un budget annuale di circa 300.000 euro, escludendo gli stipendi erogati direttamente da Roma.
L’anno scolastico, iniziato lunedì 15 settembre, la vede a capo della scuola elementare dove è stata maestra per trent’anni e vicario per dieci. L’edificio, che ospita questa scuola pubblica, è forse uno dei più belli della provincia: attorniato da grandi spazi verdi, al sicuro dai rumori molesti delle auto, con una dolce scalinata, all’ingresso principale della scuola, da sempre centro delle iniziative aperte alle famiglie ed alla cittadinanza. Alle spalle di questa entrata con tre portoni, un altro edificio, più piccolo, ospita gli uffici di presidenza. È lì il centro dell’attività burocratica della scuola. Quando Sgobbio prenderà una decisione con le sue “colleghe”, come continua a chiamare le altre maestre della Mancini, influirà da quest’anno sui ritmi di vita di quasi settecento famiglie crispianesi.
La nuova dirigente scolastica, insieme al Collegio dei docenti, ha previsto per quest’anno due linee guida per i suoi alunni: la prima collega ambiente, salute e alimentazione, la seconda educazione alla legalità, diritti di cittadinanza, scoperta della Costituzione italiana. Nei prossimi 180 giorni le parole chiave, rappresentative del nuovo piano formativo, saranno semplici e chiare: “Star bene” sarà il tema generale dell’anno scolastico 2008/2009. I ragazzi impareranno a star bene con se stessi (se ne occuperanno i bambini dell’interclasse della prima fascia elementare), quelli degli anni successivi impareranno a star bene con gli altri nella società (lo sperimenteranno i ragazzi delle quinte).
La particolarità di questa scuola è che lo sviluppo di questo tipo di curricolo, stare bene dentro e fuori, avverrà nella normale programmazione settimanale di trenta ore: i laboratori a Crispiano sono la normalità formativa, non un di più da fare in altre fasce orarie. Le attività sul campo coinvolgeranno gli alunni con tecniche espressive e teatrali, strumenti informatici e attraverso la scoperta della propria corporeità.
L’unico cruccio è verificare una sorta di “banalizzazione dei problemi della scuola pubblica” stando alle proposte delle ultime settimane della ministro Gelmini, a capo del dicastero di Istruzione, Università e Ricerca scientifica. Come fare a tenere il passo con le esigenze che provengono dall’utenza e come coniugarlo con quanto fatto finora? Questa la domanda che si pone e fa l’ex maestra Anna: “E’ cambiato il contesto sociale in questi ultimi decenni. Si è passati dalla sacralità del ruolo dell’insegnante, alla malcelata voglia di scaricare sui docenti tutte le colpe della società che non funziona. Aumentano le esigenze, e le richieste, delle famiglie, dal tempo pieno alla partecipazione dei genitori alla vita scolastica dei figli”. Se la riforma Gelmini andrà in porto così com’è stata preannunciata dai media, la scuola Mancini di Crispiano avrebbe, a partire dall’anno prossimo in prima classe, un taglio secco di almeno due docenti. Così negli anni successivi. A regime, nell’arco dei prossimi cinque anni i tagli al personale sarebbero di almeno dieci o tredici insegnanti. A fronte delle ventiquattro ore di lezione frontale per ciascun maestro, come si potrà garantire con il maestro unico l’intera settimana scolastica?
“Abbiamo iniziato l’anno listati a lutto nel cuore”, dice Anna Sgobbio. “In questi anni ci siamo aggiornate, ci siamo specializzate in un determinato modulo, tutto ciò rischia di andare disperso. Aspettiamo che facciano le norme. Le applicheremo ovviamente. Il grembiule blu qui c’è sempre stato, come l’insegnamento dell’educazione civica, noti come studi sociali. Resta da capire quale tipo di politica educativa complessiva intende portare avanti questo governo”.
Fonte: Cataldo Zappulla