CRISPIANO – Gite per bambini di serie A, gite per bambini di serie C. Lo denuncia un comitato di genitori della scuola elementare “Mancini” di Crispiano, con una lettera indirizzata al ministro della pubblica istruzione, al direttore generale dell’ufficio scolastico provinciale e al dirigente dell’ufficio scolastico IX.
L’episodio di discriminazione sociale è avvenuto in occasione dell’organizzazione del viaggio d’istruzione di fine anno rivolto agli alunni delle quinte classi. Meta del viaggio, Roma, per un durata di 4 giorni e 3 notti. Ma dov’è il problema? I genitori firmatari della lettera, che precisano di rappresentare anche coloro che non hanno apposto la firma nel timore di ritorsioni scolastiche verso i propri figli, contestano alla Preside, agli insegnanti delle classi quinte e ai genitori rappresentanti d’istituto, innanzitutto di aver scelto una meta non rispondente agli obiettivi pedagogici e didattici della scuola. Ma evidenziano soprattutto che in tempi di crisi come quelli attuali, non tutti possono permettersi di sborsare i 200 euro del costo del viaggio. Risultato: solo alcuni alunni potranno andare a Roma.
Una decisione che ha creato un vero scompiglio in alcune famiglie. I genitori che protestano per quanto accaduto, infatti, sono estremamente addolorati per aver visto i propri figli tornare a casa in lacrime, in quanto in classe l’insegnante aveva parlato del viaggio a Roma anche dinanzi ai bambini che non vi avrebbero partecipato. Perciò questi genitori hanno deciso di rivolgersi per chiarimenti ai diretti interessati (appunto Preside, insegnanti delle classi quinte e genitori rappresentanti d’istituto), sentendosi rispondere “che è giusto che i bambini imparino le differenze sociali e che comunque sarebbe stata proposta una seconda gita per chi non avrebbe potuto permettersi Roma, presso gli scavi di Pompei, della durata di un solo giorno”. Gita in realtà sfumata, perché la vera alternativa alla fine è risultata essere un’escursione di mezza giornata a Taranto!
“In questo caso l’unico scopo è quello di potersi pavoneggiare per aver portato per 4 lunghi giorni dei bambini a Roma, nel clima di assurda competizione che si è creato tra le scuole del territorio allo scopo di accaparrarsi quanti più studenti possibili”, si legge nella lettera. In cui si evidenzia un ulteriore fattore discriminante: ad alcune mamme che avrebbero voluto accompagnare i propri figli è stato risposto di no, sebbene alcuni fra gli insegnanti e i rappresentanti d’istituto ci saranno, perchè genitori di alunni di quinta classe. Paola Guarnieri
Fonte: Paola Guarnieri