La crisi amministrativa al Comune di Crispiano è congelata, c’è la nuova Giunta a cinque (Magazzino, Caramia, Sforza, Ricci, Colucci), due assessorati saranno ancora assegnati, niente deleghe. Il sindaco dott. Giuseppe Laddomada si è riservato di farlo successivamente. Intanto in Consiglio Comunale, a cui era assente il capogruppo socialista di minoranza Giuseppe Scialpi, è stata confermata la spaccatura nella maggioranza di sinistra. La crisi, iniziata venti giorni fa, con l’azzeramento dell’esecutivo da parte del sindaco, si è conclusa con la presa di distanza dal capo dell’Amministrazione dei tre assessori Carone, Conserva e Di Roma, che restano comunque nel gruppo PD. Secondo il capogruppo del PDL Michelangelo Serio la decisione di estromettere i tre assessori non è stata comunicata né all’opposizione nè ai cittadini, “tutto è avvenuto nelle segrete stanze, alla faccia della trasparenza politica. Parlare di astio e di acredine significa ammettere che i rapporti con i tre sono logorati e che la situazione è ormai irreversibile. Pertanto quella maggioranza che nel 2008 è risultata vincente, anche se di poco, oggi non c’è più. Laddomada non è più l’espressione della maggioranza perché i tre ex assessori hanno concorso in maniera determinante alla vittoria della lista civica ‘Uniti per Crispiano’. L’unica cosa che rimane da fare è ridare la parola agli elettori, per legittimare una nuova squadra di amministratori che abbia veramente a cuore gli interessi del paese e dei suoi abitanti”.
Una crisi, ha detto Serio, che si è dilatata nel tempo, una verifica che non è stata breve, né costruttiva, che ha portato a concentrare nelle mani del sindaco, che non opera a tempo pieno, tre assessorati (bilancio, Personale, Servizi sociali), con inevitabili stop all’attività politica amministrativa. “Aspetteremo che passino le elezioni regionali, dove si assisterà all’ennesimo scontro tra i candidati di Laddomada e di Conserva, non più in chiave provinciale ma regionale”. Intanto il consigliere di minoranza ha preannunciato un comizio pubblico per domenica, nel quale rendere ufficiale la posizione del Pdl.
“Niente di nuovo sotto il sole – ha esordito il cons. Giuseppe Bennardi (Mpa) – sia i tre che il resto della Giunta si dichiarano del Pd, siete separati in casa, ammesso che il matrimonio Laddomada-Conserva fosse naturale”. Una crisi che non si giustifica, secondo il consigliere, perché non è nata su diversità di opinioni o su differenti scelte relative a qualche problema; si parla di comportamenti sleali, ma fino a quando i tre resteranno dissidenti? Del resto l’Amministrazione ha il ruolo istituzionale di governare il paese, se è in grado di farlo con 11 consiglieri invece che con 14, lo faccia. E’ necessario prendere atto che il territorio sta andando alla deriva, per cui “è necessario sotterrare le guerre personali e governare, altrimenti si vada alle elezioni”. Dello stesso avviso il consigliere Giuseppe Delfino, che ha invitato la maggioranza a compattarsi e a confrontarsi sui problemi del paese, superando i dualismi interni, e il cons. Stefano Liuzzi, per il quale non è stata la mancanza di collegialità e coordinamento che ha determinato la crisi, ma la faida interna al Pd, esplosa in vista delle regionali.
Cosimo Di Roma, Maurizio Conserva e Paolo Carone ritengono di non essere responsabili della crisi ma di averla subita passivamente e che continueranno a svolgere il loro ruolo di consiglieri, senza fare opposizione, pur non condividendo che la difficoltà di rapporti personali possa riflettersi sull’attività amministrativa. In particolare Conserva ha ribadito l’assenza di una spiegazione tecnica per l’azzeramento della Giunta e per la loro esclusione a priori nelle trattative di superamento della crisi. Ha inoltre dichiarato di non essere il burattino di nessuno, di non tendere ad occupare una poltrona e di ritenere valida la collaborazione tra Provincia e Comune, se il fine è quello di valorizzare il territorio.
Il sindaco ha respinto l’accusa di immobilismo dell’attività amministrativa, ricordando le varie progettualità in atto, relative
all’urbanizzazione della zona industriale, alla sistemazione della viabilità in diverse zone dl paese, alla riqualificazione della scuola elementare Giovanni 23°. Per il PUG (vero pomo della discordia),
Laddomada ha dichiarato che non permetterà mai la non approvazione, se non nell’interesse della cittadinanza, che ognuno deve assumersi la propria responsabilità, che non sarà consentito di minare i punti programmatici. “La squadra è unica, c’era un gruppo nel gruppo, abbiamo preso atto e richiamato all’unità fino all’ultimo tentativo. Non sono ammessi equivoci o sotterfugi; l’obiettivo è l’interesse per la comunità, non è tollerabile che un dissidio personale danneggi questo ”.
Per il presidente del Consiglio Francesco Luccarelli, unico esponente dei Comunisti italiani all’interno della maggioranza, è necessario riconoscere il ruolo di responsabilità e di supporto all’attività amministrativa del suo partito con l’assegnazione di un Assessorato, pur ritenendosi onorato della carica che ricopre.
Fonte: Silvia Laddomada