I colori dei lavori “sperimentali” di Silvio Caroli

In un ambiente dall’essenzialità claustrale, i colori dei lavori “sperimentali” di Silvio Caroli risaltavano prepotenti e abbaglianti.
Colori accesi e decisi, che, con la varietà dei toni, tracciavano forme non precostituite, ma originate dalla casualità dello stemperamento sulle tele, avulse da ogni ordine razionale eppure assolutamente razionali nel risultato.
“Trame cromatiche”, per l’appunto, era intitolata la personale allestita dall’artista col patrocinio del Comune di Crispiano e dell’Assessorato alla Cultura.
Quella di Caroli è pittura che segue l’impulso istintivo. La sua traccia è libera, mossa quasi soltanto da una energia che prescinde da schemi.
Essa si attua per la vibrazione che la mano imprime al pennello, intriso abbondantemente di acrilici o oli.
Il gocciolamento (o dripping) prodotto sulla tela, a volte vergine a volte impregnata di uno o più strati di vernice, è l’incipit dell’opera, ciò che ne annuncia la forma, ma volutamente non la definisce a priori.
La sua definizione, anche per Caroli, è nel momento della rivelazione sulla tela.
L’intervento dell’artista ha lo scopo di selezionare, per effetto dei colori, linee, piani, volumi, già per proprio conto intersecati, congiunti, sciolti, aggrovigliati, separati.
Alcune forme debordano sulle cornici, altre sono rispettose dei limiti canonici.
Tutte però hanno un punto di luce più intenso e più aperto, non necessariamente più chiaro, intorno al quale e oltre il quale lo spazio, sminuzzato in mille tessere di vivacissimi colori, si muove o rimane imprigionato, proponendo originali giochi di prospettive e di forme.
Nessuna composizione ha però titolo valido in assoluto; Silvio Caroli, a chi lo incalza con le domande, ne suggerisce più di uno, ma poi conclude: “conta ciò che ciascuno vuole vedere o è capace di vedere”.
Certamente questo particolare “espressionismo astratto” o, come cita lui stesso, questa “pittura a strati”, rimane impressa nella mente e…incuriosisce…
Caroli, intanto, consapevole di aver intrapreso un cammino artistico affascinante, ha affermato di voler sperimentare questa tecnica particolare su tele più grandi, come amava fare Pollock, cui lui si ispira e sulle cui tracce vuole continuare.

Fonte: Michele Annese