Parte il ‘compostaggio’ domestico, ma nessuno lo sa

CRISPIANO – C’è scritto nero su bianco all’articolo 11 del Regolamento comunale per la tassa della spazzatura, detta in sigla ‘Tarsu’: trenta percento di sconto già a partire da questo anno per le famiglie che dimostrano di aver installato un impianto domestico di compostaggio dei rifiuti umidi.
Non sono stati affissi manifesti murali per le strade di Crispiano, ma dal primo gennaio scorso è stato recepito il ‘Decreto Ronchi’ in materia ambientale che aveva previsto il compostaggio domestico: ossia un modo per differenziare anche gli scarti della cucina come bucce, fondi di caffè, farinacei scaduti, ma anche le foglie raccolte in giardino, rametti secchi.
Il perché di questa “riduzione” della tassa sulla spazzatura è semplice: se chi può avesse una piccola campana per il compostaggio domestico, il Comune risparmierebbe molti soldi per il conferimento in discarica della spazzatura prodotta in paese (lo scarto umido ha un peso specifico considerevole).
Il meccanismo, per ottenere il ricalcolo della tassa residuale per l’anno 2008, è quello di portare in Municipio una domandina in carta semplice con allegata la fattura d’acquisto del bio-composter. A partire dalla data del protocollo l’Ufficio tributi riformulerà i bollettini ancora da pagare, sgravati del fatidico 30%. Dal 2009 in poi lo sgravio dovrebbe essere applicato automaticamente sul totale dovuto dall’intestatario dei bollettini della Soget.
Cosa non buttare dentro al contenitore verde per il compostaggio: ovviamente vietate lattine, plastiche e carte, rifiuti di vetro. Per tutte queste ci sono le ormai consuete campane di raccolta differenziata sparse nelle strade cittiadine. Non è scontato sottolineare, però, che le carcasse dei “cani morti”, ad esempio, non si possono smaltire con il compostaggio domestico.
La migliore collocazione di un bio-composter è sotto un bell’albero a foglie caduche. Così starà all’ombra d’estate e intercetterà il sole invernale quando le foglie dell’albero ospite sono cadute giù, o meglio sono state raccolte nella stessa campana. Ancora più importante, non conviene posizionare il proprio attrezzo per il risparmio sotto le finestre del vicino di casa. Esalazioni momentanee, dovute al rimestaggio periodico che serve ad ossigenare la melma accelerando la decomposizione dei rifiuti, possono sprigionarsi dal compostatore specie con il caldo estivo. Si utilizzano a tal proposito del enzimi che, aggiunti settimanalmente in proporzione a quanto sversato nel bio-composter, servono a controllare ed accelerare i fenomeni di degradazione dei rifiuti.
Il regolamento comunale non lo precisa, ma è ragionevole supporre che chi abita in un condominio e dispone solo dei propri balconi è tagliato fuori da questa possibilità di risparmio.
Sembra una buona notizia, questa del compostaggio domestico, perché tocca le tasche dei cittadini: la raccolta differenziata funziona bene nelle città dove chi porta in un’isola ecologica i propri rifiuti aumenta i punti sulla propria ‘card’, così da pagare meno tasse o avere buoni acquisto.
Un giro si internet chiarisce molte cose: nei comuni del nord dove da tempo si applicano riduzioni di grazie al compostaggio in casa (in media 25% di sconto), controlli a campione normalmente smascherano un 20% di ecofurbi. Fanno domanda per risparmiare soldi dalla Tarsu, ma poi non utilizzano realmente la campana acquistata. Un altro 10% appena saputo dei controlli in arrivo rinuncia volontariamente allo sconto.
In molti comuni più avanti di Crispiano in tale materia, si organizzano anche corsi di compostaggio domestico, per imparare a ‘trasformare i rifiuti organici in prezioso concime: naturale, autoprodotto, gratuito, che consiste in quella specie di torba che si estrae dalla base della propria campana domestica dopo circa sei mesi.
Copiando dalle esperienze altrui, converrebbe scrivere nel Regolamento comunale per la Tarsu, che “la richiesta di risparmio può essere concessa solo ai residenti e per l’abitazione in cui abitano. La motivazione è semplice: la compostiera è utile dove si producono giornalmente i rifiuti umidi”.
Crispiano è lontana dai municipi ‘ricicloni’: altrove la raccolta differenziata vola oltre il 60% del totale, e in media da tre anni è stata abolita la vecchia tassa sui rifiuti (Tarsu) che obbliga i crispianesi a pagare il servizio di smaltimento rifiuti in base alle dimensioni della propria abitazione, a favore dell’applicazione della “Tariffa di igiene ambientale (Tia), che rileva in tempo reale l’effettiva produzione di rifiuti indifferenziati e, di conseguenza, fa risparmiare chi produce meno rifiuti”.

Fonte: Cataldo Zappulla