Capire i giovani

Capire i giovani, aiutare le famiglie nel difficile compito educativo, privilegiare il colloquio coni genitori e gli educatori per affrontare i problemi sessuali e la lotta alla droga, l’alcoolismo, l’essere diversi, il razzismo, l’influenza dei mass media, i condizionamenti psicologici dell’adolescente rivenienti dal contesto socio-culturale in cui vive e si forma, ed altro ancora, viene efficacemente supportato dalla ricerca effettuata dalla dott.sa Giuseppina Di Cesare, esperta in metodologia della ricerca sociale, nella valutazione e nella pianificazione e politiche sociali, già assessore dei Servizi Sociali negli anni 1978-1993.
Uno studio dettato dal rigore scientifico, condotto nell’ambito del Progetto Età Evolutiva, condotto per conto del Servizio di Psicologia e Psicoterapia dell’età adulta ed evolutiva, Dipartimento di Salute Mentale, Azienda Usl Taranto, pubblicato in un elegante volume dal titolo: “Disagio Adolescenziale e nuovi stili di vita e di consumo”.
Sono stati coinvolti 125 adolescenti di 5 istituti della provincia (Tecnico Professionale Servizi Alberghieri Crispiano, Tecnico Industriale Righi San Giorgio, Tecnico Geometri Fermi-Pertini Taranto, Tecnico per Attività Sociali Maria Pia Taranto, Liceo Statale Archita Taranto); 5 le aree tematiche oggetto dell’indagine (anagrafica; abitudini, atteggiamenti e comportamenti adolescenziali; mondo scolastico e gruppo dei pari; relazioni familiari; società, valori e progetti di vita).
Il primo dato è che il campione esaminato è costituto da 60 su 125 quindicenni e 55 su 125 sedicenni, con una presenza discreta di ripetenti e una prevalenza maschile (67 su 125); famiglie cattoliche, genitori che hanno mantenuto la loro condizione di coniugi (60 su 125), un solo stipendio che gli consente di vivere a malapena; 54 su 125 in condizioni più floride poiché lavoro entrambi i genitori. Cospicua la presenza di donne nelle mura domestiche, anche per scelta personale.
Nell’area abitudini, è stato riscontrato che la paura è percepita da 70 su 125 adolescenti, come sintomo di insicurezza e non già come pregio, difetto o altro; la causa è innanzitutto la perdita di una persona cara. Nella classificazione seguono comportamenti destinati ad un progressivo e costante incremento: dipende dall’alcool e da disturbi alimentari, patologie quest’ultime prevalentemente femminili che utilizzano il corpo per esprimere il disagio personale (anoressia, bulimia, ecc.). Altri fattori che vanno a potenziare i disturbi del comportamento alimentare, sono gli stereotipi ostentati dai mezzi mediatici. Queste e altre motivazioni inducono i giovani ad assumere sostanze stupefacenti. Le droghe pesanti oltre a danneggiare la parte fisica del nostro corpo, vanno ad intaccare il nostro sistema nervoso; le droghe leggere hanno un effetto poco prolungato, danno uno stato di empatia, ti fanno sentore più allegro, ma rendono la persona molto stanca e spenta. La gente dice un adolescente non si accetta per quello che è, non vuole riconoscere i propri limiti, brama essere sempre al massimo senza interessarsi di etica o moralità che, nella società di oggi, sono valori del tutto andati persi.
Nella sfera sessuale, gli adolescenti, in presenza di rapporti sessuali completi, usano il preservativo, per evitare il contagio di malattie pericolose (59 su 125) ed il confronto con gravidanze precoci ed indesiderate (49 su 125). La crescita dell’adolescente è ricerca di autonomia ed indipendenza (78 su 125). Siamo di fronte – dice Cristina Socio – ad una trasformazione dell’etica di una generazione e non già di fronte ad un disagio psicologico e sociale, o la cultura che i giovani stanno costruendo fa parte di un progetto sommerso che prevede lo sviluppo di relazioni non necessariamente passanti attraverso strutture organizzative tradizionali di rappresentanza. O sono l’uno o l’altra cosa?
Alla domanda mondo scolastico e gruppo dei pari, la scuola nella sua funzione di socializzazione, si inserisce tra la famigli e il mondo del lavoro. La motivazione principale che induce 62 su 125 del campione di frequentare la scuola, è da ricercare nella concreta offerta di accrescere le personali conoscenze. I docenti della scuola superiore vengono percepiti dai propri studenti, come più permissivi e meno socievoli, esigenti ma non per questo rinunciatari nell’instaurare un rapporto con i propri alunni, poco propensi all’aiuto e capaci di instaurare rapporti freddi e distaccati, duri ma non per questo non comprensivi delle problematiche adolescenziali.
Nell’area famiglia l’adolescenza rappresenta un momento di “prova” anche per la famiglia che deve trovare al suo interno le capacità per rispondere ai cambiamenti in atto e riorganizzare i rapporti a seguito del desiderio di autonomia, che allontano se pur momentaneamente i figli dai propri genitori. Alla costruzione della personalità concorrono tanto la famiglia quanto le esperienze di vita, se pure a queste ultime, gli adolescenti attribuiscono maggiore peso. I comportamenti educativi possono dunque agevolare oppure ostacolare il cammino verso l’autonomia, con conseguenza non indifferenti sullo sviluppo dell’individualità del ragazzo e sul suo benessere psicologico. Il rapporto genitori-figli è caratterizzato da una continua negoziazione finalizzata al raggiungimento dei reciproci obiettivi. Tra i 110 ragazzi che hanno risposto si alla domanda “Formare domani una famiglia rientra nel tuo progetto di vita?”, una notevole maggioranza (68,8%) si è fatta un’idea di famiglia “moderna”, che si caratterizza per la collaborazione tra i coniugi nella conduzione delle attività quotidiane.
Nell’area società e valori, i giovani non sono più quelli di una volta,poiché il mutamento dei tempi (23,2%) e, quindi, delle relazioni ha determinato una trasformazione ed un’evoluzione della società in quanto a valori (22,4%) e mentalità (48,8%). Alla domanda “Ti senti soddisfatto della tua vita attuale da ogni punto di vista?” la maggioranza risponde si (52%), il 36% no e il 12% non ne ha percezione. La famiglia e il lavoro, soprattutto per i maschi, rientra nei progetti futuri di entrambi i sessi (73 su 125), anche se ovviamente, non nell’immediatezza.
La dott.sa Di Cesare ritiene molto valido il campione studiato, con la necessaria attenzione e rigore scientifico apprezzato dagli assessori regionali Tedesco e Gentile.
Ciò che è importante in questo lavoro è il metodo con cui si è arrivati al questionario al quale hanno collaborato nella sua formulazione, cinque stagisti impegnati presso il dipartimento, dopo aver studiato in profondità gli elementi utili per conoscere, approfondire e intervenire efficacemente come educatore, nel mondo giovanile.
Sarebbe stato interessante, aggiunge la dott.sa Di Cesare giungere anche al mondo del “graffittari” che con il loro “hobby” rendono vivi e colorati ambienti degradati. Necessariamente si è dovuto restringere il campo a un gruppo molto limitato, da cui però possono essere tratti tanti insegnamenti.
Per rendere meno pesante il testo ci si è avvalsi di una splendida grafica, molto espressiva che semplifica l’apprendimento dei contenuti dell’opera, la cui copertina, bella e comunicativa, fa parte sempre dell’inventiva della giovane artista crispianese Chiara De Robertis.
“Gli adolescenti – afferma la dott.sa Di Cesare – vengono percepiti dai loro coetanei, raggiunti dall’intervista, come fruitori di sostanze stupefacenti (61,6%), soprattutto, per distanziarsi dal mondo reale problematico e non perchè tale uso sia legato, esclusivamente, alla frequentazione di locali notturni o al divertimento per disinibirsi. Gli atteggiamenti assunti nella prima esperienza, indicata come “trasgressiva”, distinguono nettamente gli adolescenti dalle adolescenti in quanto primi riferiscono su fumo ed alcool e sulla “pratica” del sesso, le seconde esclusivamente sul fumo”.
“La transizione – ella dice – da un ambiente scolastico ad un altro (ossia alla scuola media alla superiore) appare meno traumatica se condivisa con amici e coetanei. Non tutti gli intervistati avvertono differenze sostanziali in tale passaggio; una parte di essi ritiene che sia l’approccio iniziale del rapporto instaurato tra docente e studente a determinarne, in positivo o in negativo, l’andamento e evoluzione”.
“Gli adolescenti – scrive nelle conclusioni la psicologa – al fine di comunicare con i. loro coetanei in presenza di un messaggio dai contenuti significativi. persistono nell’era della tecnologia avanzata nell’uso di strategie comunicative tradizionali vis à vis piuttosto che tecnologiche (gli sms con il cellulare). Il cellulare, va ribadito, resta comunque lo strumento tecnologico per eccellenza a cui gli adolescenti non rinuncerebbero mai (60%)”.
Alla domanda che si pone lei stessa: “quale è il punto di vista degli adolescenti rispetto alla società e ai tratti che la caratterizzano (istituzioni, regole, valori e messaggi trasmessi)?” risponde: “la società, definita complessa (32,8%) e priva di valori (32%), presenta non poche difficoltà che gli adolescenti cercano di superare, a volte, con spirito di adattamento alle situazioni; essa propone/impone modelli da cui i giovani spesso se ne discostano. I valori per loro esistenti includono quelli universali (la famiglia, ad esempio, seppure intaccata da significativi cambiamenti come si registra nell’affermata parità nei ruoli di genere), rinnovati (la tutela del corpo: non svilimento dello stesso, a causa della compresenza di più rapporti sessuali, piuttosto che custodirlo nella sua verginità sino all’altare come accadeva un tempo) o residuale (sesso, bellezza e ricchezza) che operano una forte selezione dei soggetti attivi della società. Di recente la salute sta acquisendo “agli occhi” degli adolescenti valore poiché percepita nella sua precarietà. Esaminando, attraverso alcuni indicatori (solidarietà e disprezzo), gli atteggiamenti degli adolescenti verso le fasce più deboli in generale e le differenti etnie e culture in particolare, si evidenzia che il passaggio dalla concettualizzazione alla concretezza determina negli adolescenti una minore tolleranza e disponibilità ad accogliere la diversità altrui. La conoscenza del vissuto dell’alter ego permane unico ed utile strumento per il superamento dei pregiudizi. Gli adolescenti per il 52% si sentono, comunque, soddisfatti dell’attuale vita che conducono. Quanti sono del parere contrario giustificano tale atteggiamento sostenendo che la loro infelicità trae origine nella solitudine (nessuna presenza nel quotidiano che mostri affetto e sostegno), nell’assenza di amicizie vere e leali e nell’incapacità di affrontare le traversie. Gli adolescenti per realizzarsi attribuiscono grande rilevanza alla possibilità di dare forma e corpo ai loro sogni (62,4%) e all’apprezzamento ricevuto da persone amate e stimate (29,6%) piuttosto che agli aspetti economici”.
“Forma mentis (48,8%), mutamento dei tempi e trasformazione dei valori – conclude Pina Di Cesare – incidono nel differenziare i giovani di oggi da quelli di ieri che, seppure diversi, sono uguali in quanto da sempre intravedono nel loro futuro una famiglia da costruire, un lavoro da conquistare più adeguato alle personali aspettative, un porto sicuro come la famiglia originaria che dispensa affetto. Gli adolescenti, ottimisti – idealisti – pragmatici che siano, devono necessariamente confrontarsi con un mondo che richiede loro una grande sfida culturale, economica e sociale”.

Fonte: Michele Annese