CRISPIANO – C’è chi lo ha definito la danza più sensuale del mondo, chi la più elegante, chi la più triste. Qualsiasi sia l’appellativo che gli si voglia attribuire, resta comunque il fatto che dalla sua nascita nell’Ottocento ad oggi, il tango di strada ne ha fatta tanta. Così tanta che a tutt’oggi la febbre del tango ha contagiato quasi tutti.
Ed appunto di tango si è parlato e si è ascoltato al caffè letterario “Altrove” di Crispiano. La storia di questo ballo è stata raccontata attraverso le parole di Alessandro De Martino. “Gravido, pieno di suoni e parole di culture differenti”, il tango nasce al di là dell’oceano, in quella terra a cui tanti Europei si erano rivolti nella speranza di un futuro migliore. Accanto a loro i negri d’Africa ed i Latini d’America, dal cui sudore congiunto nasce Bueonos Aires, ma anche un nuovo modo di stare insieme. “Tango” infatti, alle sue origini, indica una musica, ma anche vari tipi di danze o il luogo in cui tutta questa umanità si riunisce, accomunata dal desiderio di tenere sempre vivo il legame con la propria patria ed i propri ricordi. Un’ espressione di dolore, però, che col tempo viene messa al bando, perché considerata oscena, finché, nel 1940 il tango argentino ritorna “in patria dopo essere stato contaminato dalla cultura francese della danza”. Da qui, poi, ai giorni nostri, “in cui sonorità e ritmi moderni si sono miscelati ad esso fino a creare ritmi nuovi ed unici, antichi e moderni. Nuove combinazioni musicali, tango di nuova tendenza. Ma sempre tango…viejo”.
Le parole di De Martino hanno avuto una colonna sonora speciale: la musica di Vince Abbracciante, fisarmonicista di eccezionale pregio, che ha intervallato la narrazione con alcuni brani. Ottima anche la scelta della scaletta musicale: “ Tango pour Claude” di Galliano, “Adios nonino”, “ Vuelvo al sur”, “Oblivion”, “ Libertango”, “ La muerte del angel” di Astor Piazzolla, “Last tango in Paris” di Gato Barbieri e i tradizionali “ Milonga sentimental”, “La noche que me esperes”, “ La cumparsita”. Brani eseguiti con straordinaria perizia, ma soprattutto con la passionalità e la sensualità tipiche del tango, segno di un grande amore nato, come ha detto lo stesso Abbracciante, sin dall’infanzia. Una serata di delizia per le orecchie, ma anche per gli occhi. A fare da “sfondo”, infatti, le bellissime fotografie di Yoko Patrizia Miali, che nei suoi scatti in bianco e nero ha fermato tutto l’amore e il dolore che, accompagnando il tango e la dittatura, hanno fatto la storia dell’Argentina.
Fonte: Paola Guarnieri