Dura posizione del Consigliere di Presidenza della Federcaccia Francesco Liuzzi, contro la presenza delle pale eoliche sul territorio del nostro paese “dove il sole brilla incontrastato nel cielo quasi per tutto l’anno, ad eccezione di qualche sporadica giornata di pioggia” e proprio per questo Liuzzi invita “tutti gli operatori e amministratori ad incentivare e favorire l’installazione di impianti fotovoltaici, che non deturpano il paesaggio e possono essere facilmente installati sui tetti delle case.”
“Il mondo degli affari si sa, cambia in fretta – prosegue il nostro concittadino -. E basta un attimo per passare dall’oro nero all’energia pulita. La minaccia del cambiamento climatico – così intimamente legata all’uso dei combustibili fossili – ha ripreso l’ennesima spinta al cambiamento. Il mondo degli affari, giurano gli addetti ai lavori, non sarà più lo stesso. Giornali e telegiornali ormai ci bombardando con notizie catastrofiche: “….mai vista una pioggia così torrenziale!… Mai avuta un estate così calda! Precipitazioni nevose scarsissime! …uragani, trombe d’aria”, è un continuo richiamo al danno ambientale che l’uomo sta causando con il suo “progresso” e la sua “industrializzazione”. Strano, ma qualcuno all’improvviso scopre l’acqua calda, – si potrebbe sfruttare l’energia pulita che la natura ci offre, ovvero il sole ed il vento! E così finalmente si comincia a parlare di energie alternative, quali fonti non inquinanti del cosmo”.
“Meglio tardi che mai – dice il dott. Liuzzi -; e così il problema dell’inquinamento ambientale diventa il cavallo di battaglia per multinazionali senza scrupolo che, offrendo “un piatto di lenticchie” a sindaci e politici di turno, riescono a “piantare” (per restare in tema ambientale) orribili mulini a vento alti da 80 a 140 metri nel proprio territorio. Così, per colmare la sete di energia pulita, cittadini di tanti comuni italiani, ignari delle conseguenze ambientali e dell’impatto paesaggistico si sono ritrovati in casa, loro malgrado, questi eco-mostri, subendo enormi disagi derivanti dalle scelte sconsiderate di giunte amministrative prive di sensibilità ambientale e di scrupoli morali. Si pensava, fra l’altro che l’energia eolica poteva essere una delle soluzioni all’inquinamento atmosferico. Sicuramente sarà così, ma dal considerarla una energia alternativa in assoluto, relegando altre meno ingombranti e soprattutto più silenziose e più eco-compatibili, ce ne vuole. Più volte mi sono trovato a visitare aree dell’Abruzzo, in giornate più o meno ventose, ebbene, il rumore che viene emesso dalle gigantesche pale in movimento è spaventoso, ed il bosco diventa una specie di selva degli orrori, perché alla base di questi “mostruosi ventilatori” si rinvengono ali, teste e carcasse di volatili e grossi rapaci, che volando ignari nelle vicinanze delle turbine ne vengono risucchiati. Quindi alla devastazione del paesaggio si accompagna anche il grave danno arrecato all’ambiente naturale, nelle sue varie componenti”.
“Vi sembrerà strano che chi vi scrive è un cacciatore – dice ancora il firmatario della nota stampa – e vi assicuro che sia io che i miei colleghi, all’ambiente ed alla natura teniamo moltissimo. Il nostro grido di allarme non è unico ma si associa a quanti nelle pagine della rivista ambientalista “Italia Nostra” hanno osteggiato a viva voce l’opportunità di piazzare sul suolo della bella Italia, fattispecie di mostri quali i mulini a vento. Non è solo l’inquinamento acustico provocato dall’impianto eolico che deve far riflettere, ma anche l’impatto ambientale e paesaggistico. E allora, tutti coloro, che come me, sono contrari a ricoprire il ruolo di Don Chiscotte o Sancio Panza hanno il sacrosanto dovere di gridare ai quatto venti la propria contrarietà, e a tal proposito scrive il poeta e scrittore Botho Straub collaboratore anche di una nota rivista verde-ambientalista tedesca: “Nessuna fase di industrializzazione ha determinato una deturpazione del paesaggio come questo conficcamento e sprangamento del panorama creato dalle torri eoliche, che distruggono non solo gli spazi esistenziali, ma anche i più profondi spazi della memoria”.
“Ritengo – conclude il rappresentate della Federcaccia Liuzzi – che ogni Sindaco che si rispetti ha il dovere di istituire dei tavoli di concertazione ed aprire dibattiti pubblici prima di introdurre nei propri territori i nuovi mostri del vento. Se ciò non sarà fatto, ebbene che costoro sappiano che, stanno introducendo un nuovo cavallo di troia nella propria città, con tutti i rischi e le conseguenze possibili; è ora di smetterla di creare “terrorismo ecologico-ambientale” con l’obbiettivo di gestire o incassare fondi ad hoc, ma di parlare seriamente di “Gaia” che è malata e rischia di morire sotto i colpi del clima stravolto e della scarsezza di risorse energetiche”.
Fonte: Michele Annese