Il Consigliere di Presidenza Federcaccia Francesco Liuzzi, è un cacciatore, che tiene a cuore la natura e l’ambiente come molti suoi colleghi e che nel rispetto delle leggi vigenti, gradirebbe una maggiore attenzione ed un maggior ascolto da parte delle autorità pubbliche preposte, intorno a questo problema.
Invita ad aprire un tavolo di concertazione, anche con gli ambientalisti “con i quali – egli dice – è necessario dialogare e non litigare, come spesso accade”.
“Che le gazze siano uccelli predatori – dice Liuzzi – è risaputo da sempre, ma che siano diventate una vera calamità lo stiamo constatando, nostro malgrado, quotidianamente.
Ormai sono diventate tante, anzi tantissime e imperano indisturbate in tutti gli areali pugliesi; astute e sospettose non è facile avvicinarle per cacciarle. Queste loro spiccate caratteristiche le rendono quasi invulnerabili, tanto che una grossa percentuale di gazze muore (senza ombra di dubbio) solo per vecchiaia. Ma ciò che deve spaventarci non è il fatto che le gazze abbiano una vita lunga, ma che la loro longevità e, soprattutto, il loro numero, è diventato un pericolo per la maggior parte delle altre specie”.
“Sono così in tante – prosegue il rappresentante della Federcaccia -che la spasmodica ricerca di cibo le porta a vere e proprie razzie; rovistano alberi e siepi cercando nidi per cibarsi di uova o piccoli di cardellini, verdoni, fanelli, fringuelli, colombacci, tortore, merli ecc. ma non si limitano a razziare solo nei boschi, insidiano anche i piccoli delle quaglie appena nati, ed è facile avvistare gazze con quagliotti o pulcini d’aia nel becco o tra gli artigli. Non è raro imbattersi in stormi di gazze che attaccano, a mò di squadriglia aerea, incauti leprotti lontani dalla loro tana e privi della protezione materna, e infine, quando non trovano null’altro per cibarsi le vediamo (nelle vesti di avvoltoi) sulle corsie delle strade a pascere carcasse di animali e insetti morti investiti dalle auto. E come tantissime altre specie, anche la gazza, si è trasferita abbondantemente nelle città, mettendo a dura prova i nidi delle rondini e dei balestrucci, in particolare. Questi ultimi sono soliti nidificare sotto balconi e grondaie e le gazze, perspicaci come sono, ne riconoscono le dimore e senza indugio, pur di razziare, distruggono l’ingegnoso involucro ove da sempre le rondini hanno rinnovato la cova senza temere violazioni di sorta”.
“La pubblicità – aggiunge Liuzzi – ci ha proposto la gazza come una esperta di lucentezza e brillantezza, quindi ladra di cose preziose. Attenti! E’ una mistificazione cinematografica, non facciamoci ingannare ancora una volta come è successo con i caprioli, “gli occhioni belli di Bamby”. Anche le gazze, come i caprioli, per il loro alto numero sono diventate un problema per l’equilibrio ambientale, non avendo predatori diretti che ne contengano il numero. Sono, pertanto, da annoverare tra le specie dei volatili nocivi. Questa situazione di emergenza deve smuovere gli organi preposti al controllo e alla gestione del territorio e verificare lo stato di necessità per correre ai giusti ripari per riequilibrare il rapporto gazza/territorio”.
“Il fenomeno della proliferazione a dismisura delle gazze – conclude il ns. acuto osservatore – non riguarda solo la Regione Puglia, ma anche tante altre regioni, che sono state più attente al problema. Tali regioni infatti hanno inserito nei loro calendari venatori delle disposizioni riguardanti il “controllo dei predatori” che consente, per una migliore gestione del patrimonio zootecnico, per la tutela del suolo, per motivi sanitari, per la selezione biologica, per la tutela del patrimonio storico-artitico, per le produzioni zoo-agro-forestali ed ittiche, l’abbattimento per il controllo, dal 30 gennaio al 30 marzo, delle specie di fauna selvatica relativa a gazze, cornacchie, grigie e volpi, sotto la sorveglianza del personale e degli agenti preposti”.
Fonte: Michele Annese