Sono tanti i crispianesi in gamba che si collocano in posti chiave, dando lustro alla loro terra d’origine.
Una professionalità molto significativa viene svolta dal giovane ventottenne Vincenzo Pentassuglia al Casinò di Montecarlo come primo aiuto barman.
Di lui ne parla il mensile nazionale di informazione, documentazione e difesa della qualità, “Civiltà del bere”, diretta da Pino Khail (n. 3, marzo 2007).
“Tutto comincia a 13 anni – dice il cronista Marco Mascardi – Nessuno dei parenti ha mai lavorato nel ramo dell – ospitalità, ma si pensa egualmente che sia sensata l – idea di Vincenzo che chiede di essere iscritto alla scuola al¬berghiera di Leporano, dalle parti di Taranto. I sabati liberi li sfrutta per be¬ne. Impara le prime ricette e lavora nel¬le discoteche della zona. Qui fa un in¬contro importante: si guadagna la fidu¬cia di Cosimo Caracciolo, un grande barman che parlava cinque lingue. E Vincenzo, in ogni occasione possibile, cerca di seguirlo. Continua la scuola, sceglie il ramo – sala-bar – e arriva al di¬ploma. Nel 1999 s – iscrive all – Aibes. Passo importante: rassicurato dal suo titolo di studi di maturità alberghiera, segue come meglio può i corsi a Marti¬na Franca e allarga le sue esperienze con Caracciolo. Nel 2000, aspirante barman dell – Ai¬bes e diplomato a pieni voti alla matu¬rità, si ricorda di quello che suo nonno (suo omonimo, stimato ragioniere del Comune di Crispiano; ndr) gli diceva: il treno buono passa una volta sola. Una faccenda seria. Ci pen¬sa su e decide di giocarsi tutto con un biglietto che lo porterà dritto a Monte¬carlo. Appena arrivato, si guarda in giro at¬tentamente, senza perdere tempo. E trova un posto alla Casa del Gelato, che fa anche servizio bar. I signori Ciampi (purtroppo solo omonimi) cominciano a stimare questo ragazzo sempre sorri¬dente, mai stanco, deciso a farsi pren¬dere sul serio. Tutto si sarebbe dovuto concludere con la fine dell – estate, ma Vincenzo ha cominciato a servire splendidi aperitivi, si dà da fare con Martini e Negroni. I clienti apprezzano e anche i gestori, che confermano il po¬sto a Vincenzo a tempo indeterminato. Inoltre, Vincenzo si è dato da fare: ha migliorato il suo francese, s – è iscritto all – Associazione dei barman di Mona¬co e, già nel 2001, partecipa al concor¬so locale. C – è anche una delegazione italiana, capeggiata dal fiduciario san¬remese del tempo, Stefano Cardani. E Vincenzo si qualifica secondo nella ca¬tegoria – after-dinner – . Non è una cosa da poco: il premio lo consegna il principe Alberto nella sala Empire dell – Hótel de Paris. Applausi a non finire. Ma la cosa si fa ancora più seria quando il caposervizio dei bar e ristoranti del Casinò lo prende da parte e gli offre, sui due piedi, un posto nella casa da gioco. E un contratto a termine, ma a Vincenzo va bene lo stesso. E il treno buono che passa… Lascia, in re¬altà, il certo per l – incerto. Ma vale la pena di rischiare. Passeranno due anni. Molto impor¬tanti. Vincenzo sa farsi apprezzare. E così, nel 2003, gli viene offerto un con¬tratto al bar del Casinò a tempo pieno, come primo aiuto. E un riconoscimento del suo impegno, ma anche della sua serietà. Sempre con i corti capelli petti¬nati, rasato alla perfezione, ora non so¬lo parla francese, ma anche inglese. E ha lo stile adatto a un luogo dove si esercita l – arte, non così diffusa altrove, delle tre famose scimmiette, che sim¬boleggiavano la discrezione di un vero grandissimo barman. Nel 2004 ha sposato Annamaria, una ragazza delle sue parti, pugliese. E ai primi d – agosto è nato Antonio. Vincen¬zo ha una bella casa a Ventimiglia. Di treni buoni ne ha presi più di uno. L – avevo detto: Vincenzo Pentassuglia di Crispiano è una persona se¬ria. Ogni sera comincia il suo straordi¬nario viaggio: deve solo star lì, ben ra¬sato, pettinato, sorridente e l – elegante clientela gli gira intorno nella casa da gioco più affascinante del mondo”.
Fonte: michele