CRISPIANO – Si è parlato di ‘bullismo’ ieri mattina durante l’assemblea di istituto della scuola superiore crispianese, che unisce Alberghiero e Ragioneria. La scelta dell’argomento, sostenuto dal Dirigente scolastico Alberto Altamura è stato proposto dal rappresentante degli alunni Alessandro Clarizia.
L’incontro, che si è svolto nel Teatro comunale di via degli Aranci, ha visto la partecipazione di due esperti: il professore Cosimo Bucci e la psicologa Ivana Romanello che, dopo le loro relazioni, hanno risposto alle domande dei giovani studenti.
Il preside Altamura ha così introdotto l’argomento: “Perché un’indagine sul bullismo? Perché parlando del comportamento giovanile, assistendo ad alcuni episodi di violenza tra coetanei, leggendo alcuni articoli che parlavano appunto di questo fenomeno (del quale si è più volte interessato anche il mondo dei media) abbiamo ritenuto che potesse essere utile e interessante approfondire lo status quo e il radicamento del bullismo nel nostro tessuto sociale. Questo il motivo che ci ha spinto ad affrontare l’argomento durante l’assemblea dei ragazzi”.
Quanto al fenomeno di devianza giovanile oggetto di discussione che “sta diventando una piaga sociale vera e propria”, si può parlare di bullismo quando chi compie un atto di violenza nei confronti di un altro ragazzo ha “l’intenzione di arrecare danno. Si comincia con le piccole estorsioni ai danni dei compagni e si finisce, magari, con il fare dei più indifesi (magri, obesi, timidi, ecc.) il proprio ‘giocattolo’ umano. Il comportamento aggressivo in questi casi non è più soltanto quello dell’essere gradasso e strafottente, ma in fondo innocuo: si tratta di vere e proprie violenze fisiche e psicologiche, che vedono le vittime, umiliate, vivere spesso in silenzio le angherie di cui sono fatte oggetto. Alle bravate dei Gian Burrasca si sono sostituiti oggi comportamenti criminosi, che hanno probabilmente i loro modelli in quelli della criminalità comune, divulgati dall’informazione e dai programmi di intrattenimento”.
Consigli utili: chi subisce atti di bullismo non ha fatto nulla per meritarsi quel trattamento. Deve vincere l’imbarazzo di chiedere aiuto ai genitori, ai professori, denunciare ai Carabinieri i casi più gravi.
Fonte: Cataldo Zappulla