Il dott. Giuseppe Laddomada traccia la sua vita politica per rispondere ad alcune illazioni pubblicate nei giorni scorsi su organi di stampa.
“Ho iniziato – scrive Laddomada in una sua nota – a far politica nel 1994 candidandomi in An e risultando il piu’ suffragato della lista (458 voti circa), ma mi accorsi subito dopo qualche mese che, le motivazioni che mi avevano spinto a candidarmi (volontà di contribuire a rinnovare la classe dirigente del paese, lista di un gruppo di persone mai cimentetisi con l’amministrazione) vennero meno dopo qualche mese. Infatti, un vecchio militante di partito ed uno aggregato, qualche mese prima delle elezioni, forse a seguito della mia nomina a vice-sindaco, iniziarono letteralmente a farmi la guerra. Uno di questi in particolare si differenziava da me realmente per una sua “concezione della politica”, ossia voleva usare l’Amministrazione per colpire coloro che avevano amministrato precedentemente e soprattutto i “comunisti”. Inoltre voleva “svuotare” le associazioni vicine a questi, magari realizzando iniziative concorrenziali per sostituirle completamente. Credo di dire cose conosciute a molti operatori. Ebbi modo diverse volte di comunicare il mio stato di malessere all’allora sindaco, il quale sottovalutò sempre quanto gli riferivo. Ad un certo momento la situazione era diventata cosi’ intollerabile che, sprecavo tutte le mie energie fisiche e mentali per tentare di contenere tali comportamenti, invece di contribuire a risolvere qualche problema amministrativo. Allora decisi di lasciare, badate bene, dopo circa 9 mesi, la carica di vice-sindaco andando a fare il consigliere di opposizione. Comunicai all’allora sindaco ed ad altri esponenti dell’Amministrazione che quelle due persone avrebbero poi tradito non solo politicamente, ma anche personalmente il leader di allora, cosa che poi come tutti sappiamo e’ puntualmente accaduta. Esistono molte differenze tra lo scrivente ed il vecchio militante politico che giorni fa’ ha voluto ricordare, a modo suo, il passato”.
“Con queste mie riflessioni – prosegue Laddomada – ne voglio rimarcare alcune. La prima e’ che dopo circa 20 anni di militanza e circa 9 di gestione, quando la barca affonda cambia schieramento e addirittura governa con i “comunisti”. E pensare che esprime giudizi sui tradimenti politici di altri. La seconda è che, dopo le mie dimissioni fece di tutto contro di me e contro la mia famiglia. Altra differenza che mi contraddistingue da costui, basti pensare che dal momento dell’insediamento anche le interposte persone che per suo conto hanno agito in passato, sono stati beneficiati dall’azione di questa Amministrazione. Cio’ in quanto, io vedo la politica e l’uso del potere gestionale in termini costruttivi e non distruttivi.
La terza e’ che mi sono sempre e solamente difeso con mezzi legali, senza interposte persone e soprattutto dopo ripetute offese, aggressioni verbali ed attacchi personali, che spesso sono sfociate in intimidazioni e danneggiamenti ai miei beni. Devo altresì precisare che, in passato anche altri sindaci ed assessori sono stati oggetto di altre intimidazioni ed hanno reagito con i mezzi che la legge mette a disposizione. Pertanto l’accusa di aver iniziato una consuetudine e’ un clamoroso falso. E dice anche il falso a proposito della causa contro di lui, tant’e’ che non ha mai vinto nessuna causa, infatti nell’unica nella quale doveva rispondere delle offese alla mia persona, la stessa si e’ conclusa con sentenza, nella quale il giudice ritenne le sue affermazioni “al limite dell’offesa all’onore”, compensando le spese legali. Tutti sanno che quando si ha torto si pagano le spese legali della parte citata in giudizio; invece il suo avvocato lo ha pagato lui. Forse costui o qualche altro pensa che, di fronte a ripetute minacce, offese e danni bisogna rimanere inerti o omertosi, facilitando la degenerazione del dibattito politico al quale non mi sono mai sottratto?”
“Infine – continua la nota – vi e’ un’altra differenza che e’ nel modo di considerare l’amministrazione, cioe’ io da sindaco e da consigliere provinciale ritengo che e’ necessario affrontare i grossi problemi annosi, ossia Pug, Zona Industriale, viabilità, attrezzature sportive, ambiente, risanamento finanziario; da consigliere provinciale ho rinunciato a fare il Presidente del Consiglio, benche’ fossi il piu’ suffragato della Margherita per portare a casa un’opera per la comunità di Crispiano (la prossima settimana sarà consegnato il progetto definitivo di allargamento del primo tratto della Strada Provinciale in c.da Lezza) e mi sono impegnato oltre ad aiutare associazioni e congreghe, anche ad allargare con muri a secco, tratti di strade provinciali (curva Pizzica, tratto iniziale di via Mesole) lavori all’Alberghiero – plesso attiguo alla Scuola Giovanni XXIII), progetto di pubblica illuminazione che parte dalla Stazione Carabinieri ed arriva al passaggio a livello su via per Martina Franca; mentre c’e’ chi si e’ limitato a gestire l’ordinario nel suo impegno amministrativo passato e presente. Credo che a Crispiano ci conosciamo tutti quanti ed ognuno ha un passato ed un presente per il quale farsi giudicare, innanzitutto come persona (comportamento, buon senso, rispetto nei confronti degli altri) poi come politico – amministratore”.
“Per concludere – dice il Sindaco – ritengo di non dover scuse a nessun politico, sicuramente a qualche cittadino per non riuscire a dare le risposte amministrative che vorrebbe, nonostante il mio impegno e quello degli assessori e della maggioranza che mi sostiene. Ritengo invece che magari altri politici, ispirati da un’etica non solo umana, che fino ad adesso non e’ emersa, dovrebbero scusarsi con me e con la mia famiglia”.
Fonte: Michele Annese