Reparto di pediatria oncologica: meglio tardi che mai….però Come ama dire qualcuno: guardiamo le carte. E allora, a proposito di reparto di ematoncologia pediatrica, o pediatria oncologica, guardiamo qualche carta. Le immagini allegate riprendono le 14.000 firme (cartacee, fisiche con carta di identità, non virtuali!) raccolte nel 1997 (millenovecentonovantasette) dalla associazione Aiutiamo Ippocrate. Una petizione portata anche a Roma (a piedi) nel 1999 dal sottoscritto (fondatore dell’associazione), Vincenzo Rucco, Ernesto Todaro e per l’AIL Pino Monaco, accompagnati alla guida del camper da Maria Grazia Argento. Come si legge chiaramente la petizione, tra le altre cose, richiedeva la istituzione del reparto di radioterapia oncologica (ottenuto nel 2002) ed un reparto di ematoncologia pediatrica. E’ passato qualche anno, venti per la precisione!, e apprendiamo della prossima apertura di un reparto di oncologia pediatrica. Bene”! Meglio tardi che mai! Peccato che, però, se abbiamo capito bene, ciò nasce dalla iniziativa della vendita delle magliette, sponsorizzata dalla giornalista delle Iene Nadia Toffa, e supportata da alcune associazioni di volontariato. E, soprattutto, non abbiamo compreso se si tratta di una apertura “a tempo determinato”. Qualcuno sicuramente chiarirà (con atti amministrativi e non con semplici dichiarazioni). E in tema di chiarimenti nella occasione parliamo anche di trasporto ammalati oncologici. Nel 2004 Aiutiamo Ippocrate istituì, diciamo pure che inventò, il trasporto ammalati oncologici, autofinanziandosi per un anno. Presentammo un progetto all’ARES che fu approvato su tutto il territorio regionale. Si trattava di un progetto sperimentale della durata di tre anni. L’ ASL di Taranto non volle affidarci in convenzione il servizio realizzandolo in proprio assumendo 75 unità e acquistando 25 macchine, mentre noi avevamo in servizio 10 volontari (quelli veri, quelli senza stipendio) e solo 2 mezzi. Come è finita si sa. Dott. Francesco Ruggieri Fondatore dell’Associazione Aiutiamo Ippocrate
Fonte: Dott. Francesco Ruggieri